La traduzione che segue è stata fatta interamente da me (studio traduzione e interpretazione), vi assicuro che non è perfetta, però ho provato a dare il mio meglio.
Per l'articolo, si ringrazia questo blog.
I vostri commenti sono tutti bene accetti, anche sulla qualità della traduzione (soprattutto su quella, ho dato il meglio che ho potuto, ma ho ancora alcuni dubbi traduttivi).
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Bob Miller (articolo originale); Petralia Alaskana (traduzione)
La via per Acme Acres
La direzione del giornale è in gita nella città dei Favolosi Tiny.
Un regista ci cartoni animati deve coprire svariati ruoli: per un po', si occupa del design dei personaggi; in un'altra parte della giornata fa lo storyboarder e di nuovo disegna le animazioni chiave, altre volte sincronizza varie cose.
È così che Ken Boyer descrive se stesso e i suoi colleghi al lavoro su "I Favolosi Tiny". Assieme a Rich Arons, Gerald Baldwin, Kent Butterworth, Eddie Fitzgerald, Art Leonardi e Art Vitello, Boyer è uno dei creatori di questa nuova generazione di personaggi della Warner Bros. [Questi artisti] seguono ritmi di produzione piuttosto frenetici, come del resto lo sono i cartoni da loro creati."Stiamo lavorando circa tre o quattro volte più velocemente di quanto facevamo con i vecchi cortometraggi Warner" afferma Art Vitello. "All'epoca, avrebbero prodotto un cartone di se minuti, noi produciamo cartoni di 21 minuti. Non riusciamo a raggiungere i loro stessi risultati, ma, a volte, riusciamo ad ottenere risultati piuttosto buoni grazie al nostro duro lavoro". Per far fronte alla massa di lavoro, la Warner ha provato ad apportato una modifica al sistema produttivo, usata in precedenza nei cortometraggi cinematografici. Grazie a questo sistema, il regista presiede quasi ogni fase della produzione, insieme ad un gruppo di artisti alle sue dirette dipendenze. Ciascuna unità si occupa di circa 15 episodi su 65" racconta Vitello. "Sarebbe come una normale serie di episodi (13 segmenti). Per evitare di ammazzarci di lavoro in estate, trascorriamo un anno e mezzo a produrli". "Purtroppo, per via dei fattori velocità e tempo, non possiamo permetterci gli stessi lussi che avevamo alla Warner", afferma Art Leonardi, che lavorò con Friz Freleng ai cortometraggi classici. "A quei tempi, l'unità era composta da un direttore, un altro uomo si occupava dei fondali, un altro ancora dei layout, c'erano tre animatori e tre assistenti. Inoltre, avevamo un sacco di intercalatori. Quindi, dopo che gli assistenti avevano finito di svolgere il loro lavoro, gli intercalatori si occupavano di tutto il resto"."Oggi, i nostri animatori e assistenti sono oltreoceano. Quindi, dobbiamo tenerci in contatto a distanza e questo è difficile"."Qui ci occupiamo di tutto il processo produttivo, compresi tutti i bozzetti" spiega il produttore/regista Tom Ruegger. "Ciò viene tradotto in animazione, vale a dire che noi disegniamo tutte le pose chiave, in modo che non venga lasciato molto all'immaginazione oltreoceano. Sono invece le faticose intercalazioni, il cleanup e la colorazione che deleghiamo oltreoceano per motivi economici". [CONTINUA]