La mostra è stata promossa e organizzata dalla Provincia Regionale di Messina in collaborazione con l'Archivio di Stato di Messina, con il contributo del “Consorzio per la promozione del turismo culturale in Sicilia” e sotto il patrocinio della Soprintendenza Archivistica per la Sicilia e resterà aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2014, con ingresso gratuito, negli orari di apertura del Monte di Pietà.
"L’edificio storico di Via San Paolo che ospita oggi uffici della Provincia Regionale di Messina, era abitato fino ad alcuni decenni fa da una ben diversa popolazione: gli orfanelli o i bambini abbandonati la cui cura era per legge affidata all’Ente Provinciale. - dice il Commissario Straordinario della Provincia Regionale di Messina Dott. Filippo Romano - Il Brefotrofio Provinciale ha costituito per molto tempo una delle Istituzioni più amate e rispettate della città di Messina dalle stanze che oggi risuonano dei rumori delle moderne attività d’ufficio sono passate generazioni di bambini che, sia pur nella drammaticità della situazione in cui la vita li aveva precipitati, trovavano la concreta possibilità di un destino accettabile e di un futuro migliore. La storia del Brefotrofio è una storia palpitante di emozioni".
"La Mostra che la Provincia organizza quest’anno nei locali del Monte di Pietà - prosegue il dott. Romano - lo dimostra con immediata evidenza: basti osservare i segni di riconoscimento che le mamme costrette ad abbandonare i loro figli lasciavano agli atti dell’Istituzione nella speranza che una immaginetta tagliata a metà, una medaglietta, una ciocca di capelli potessero un domani favorire una improbabile ricongiunzione. E non è del tutto casuale che questi commoventi reperti siano stati ritrovati in mezzo ai faldoni e alle pratiche giacenti in archivi quasi dimenticati da dipendenti della Provincia armatisi di entusiasmo, buona volontà e guanti e tute rigorosamente pagati di tasca propria: la storia burocratica, come tutte le storie, palpita di vita e i dipendenti pubblici sono spesso capaci di grandi slanci attorno a progetti ed idee che abbiano un vero contenuto. La riscoperta del giacimento archivistico del Brefotrofio che oggi forma oggetto della Mostra".
"I figli della Pietà - conclude il Commissario - è un esempio chiarissimo di quanto detto ed è anche una efficacissima dimostrazione di quanto le Amministrazioni Pubbliche abbiano una storia di capacità, di intelligenza e di incisività sulla realtà locale. Guardando le fotografie che documentano nitidamente la realtà dell’Istituzione viene semmai da chiedersi se non funzionassero meglio, oltre a costare meno, quelle forme di intervento e di gestione diretta rispetto all’odierna frammentazione di benefici e competenze nella quale ad ogni bisogno sociale corrisponde l’affidamento a organismi privati di servizi e di contestuali ulteriori bisogni".
Un contributo rilevante è giunto dalla dottoressa Lucia Barbera, esterna all’amministrazione, titolare di un dottorato di ricerca sui brefotrofi in Sicilia e a Messina in particolare, che si è occupata della ricostruzione storica. Così come dal professore Giuseppe Corica, uno studioso che ha fornito foto di epoca fascista di proprietà del padre, ex dirigente dell’Iai.
Oltre alle foto del Ventennio, saranno fruibili al pubblico scatti degli anni ’50 e ’60 e immagini dei presidenti della Provincia dei tempi andati: Ardizzone, Astone, Campione. Reperti, questi ultimi, custoditi fino ad oggi nella Biblioteca Provinciale. In esposizione ancora alcuni registri del Brefotrofio Provinciale appositamente selezionati dalla dott.ssa Barbera e dalla dott.ssa Loretta Citraro, dipendente della Provincia Regionale. I più antichi risalgono al 1850.
“I figli della pietà” si preannuncia come un evento unico, capace di generare commozione per le centinaia di vite che sarà capace di raccontare, aprendo alla città un patrimonio finora poco cono-sciuto a causa della natura sensibile dei dati in esso contenuti. Non a caso, nelle foto relativamente più recenti i volti dei protagonisti saranno leggermente nascosti.
La mostra permetterà di ammirare alcuni dei volumi medico-scientifici del Brefotrofio dell’ex Iai, che ospitava pure un laboratorio di analisi, al momento custoditi nel Palacultura di Barcellona, e diversi reperti dell’Archivio di Stato. In vetrina, infine, alcuni scatti della cappella in cui gli orfanelli venivano battezzati, cresimati, per anni lasciata abbandonata o impiegata come deposito. Fatta ripristinare da Schifilliti, sempre grazie al lavoro degli impiegati degli uffici di via San Paolo, è oggi utilizzata per celebrare la messa per i dipendenti della Provincia.
Durante il periodo dell’esposizione, ci sarà spazio anche per un angolo enogastronomico finalizzato alla promozione dell’Enoteca provinciale di San Placido Calonerò.