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I film dimenticati. “Martyrs” il feroce film di Pascal Laugier

Creato il 12 marzo 2015 da Fabio Buccolini

Lo amerete o lo odierete, mettetevi il cuore in pace. Non avrete le classiche reazioni da visione dei torture movies odierni. Un pugno allo stomaco senza precedenti ai danni dell’incauto spettatore non preparato spiritualmente. Con queste premesse ci si aspetterebbe di trovarsi davanti l’ennesima cavolata alla Saw o a qualche clone di Hostel. Invece no, “Martyrs” è il classico film che non ti aspetti ed è proprio quando pensi di aver visto tutto ecco che si ricomincia da capo.
Martyrs

Con “Martyrs”, volenti o nolenti, si va oltre. Già la struttura è un segno di distacco rispetto ai “colleghi”, il film di Pascal Laugier non segue una sua linea coerente, e si divide in tre. Tre momenti nettamente staccati, diversi. E, di conseguenza, le reazioni saranno tante durante la pellicola, contrastanti e probabilmente diverse. Si giungerà alla fine segnati, irritati o disgustati. Comunque vada, sorpresi per aver visto qualcosa che si pensava forse diverso.
Ecco la trama: Lucie è scomparsa da un anno, viene ritrovata mentre cammina lungo una strada, in stato catatonico, confusa, non ricorda nulla. La polizia scopre il luogo dove la giovane è stata rinchiusa, un vecchio mattatoio abbandonato. Lucie non porta alcun segno di abuso sessuale o di violenza. Quindici anni dopo, Lucie si trova in una casa in mezzo alla foresta, ha un fucile in mano, si sentono dei colpi…Lucie ha ucciso un uomo.
Non è il film più violento della storia, come qualcuno ha strillato, ma è decisamente uno dei più estremi. Nella pellicola di Pascal Laugier tira un’arietta di angoscia malata e perversa che non ci si poteva aspettare.
“Martyrs” cambia rotta e nei suoi bruschi cambiamenti diventa addirittura disperato perché il suo regista vuole scrivere qualcosa di mai detto prima, ragionando seriamente sul dolore.
Non ci si spaventa molto ma la tensione è elevatissima, sopratutto perchè Laugier ribalta completamente il linguaggio dell’horror contemporaneo per creare qualcosa di nuovo che non è più un horror, nè un thriller nè un film d’exploitation ma tutto quanto insieme, in un calderone infernale difficilmente dimenticabile.
insomma, “Martyrs” è un film che raggiunge a pieno il suo obiettivo: quello di far paura. Paura che filtra tra famiglie apparentemente tranquille e tra sette di sperimentatori mistici. Paura che filtra sempre e comunque dall’uomo.

FABIO BUCCOLINI



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