Su una sceneggiatura scritta con Nicholas Pileggi, tratta dal suo romanzo Wise Guys (1986), Martin Scorsese dà vita a quello che può essere considerato il gangster movie definitivo, un vero e proprio compendio di tutto il genere. Il film passa in rassegna trent’anni di vita dell’italo-irlandese Henry Hill che, da piccolo malavitoso nei quartieri popolari della New York degli anni ’50, diventa un boss mafioso, coronando così il sogno di una vita. Ottiene il rispetto e la stima delle altre Famiglie ma, alla fine, diventato un informatore dell’FBI, tradisce i pochi amici che gli sono rimasti. Condannato ad un’esistenza grigia, si ritroverà nel limbo del programma di protezione dei testimoni, costretto a guardarsi le spalle giorno e notte. Epopea cinematografica potente ed originale, Quei bravi ragazzi analizza minuziosamente “dal basso” la malavita, mettendo in luce i rituali, le abitudini, la vita quotidiana e i comportamenti che caratterizzano il microcosmo mafioso, in cui la famiglia ha la stessa importanza della Famiglia. L’unico modo per uscirne è la morte violenta. Oltre a Ray Liotta, perfetto nel ruolo del protagonista, sono da citare anche Robert De Niro, gelido rapinatore tanto represso quanto imprevedibile, e soprattutto Joe Pesci (premiato con l’Oscar) nei panni di uno psicopatico malavitoso, mostruosamente violento.
Memorabile.