Newland Archer (Daniel Day-Lewis), giovane avvocato di belle speranze nella New York del 1870, fidanzato con la borghese May Welland (Winona Ryder), si innamora, ricambiato, della bella ed eccentrica contessa Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer), in fuga da un marito crudele e opprimente: in preda a dubbi sul futuro, l’uomo tenterà di cambiare la sua vita, inutilmente.
Capolavoro tra i capolavori firmati Martin Scorsese: con L’età dell’innocenza, tratto dall’omonimo romanzo di Edith Wharton (già portato sullo schermo nel 1934 da Philip Moeller), il regista ci regala una delle sue opere più riuscite, crudeli e compatte. Il perbenismo di una società chiusa e immobile, trincerata dietro convenzioni e apparenze tanto ridicole quanto rigide, si rivela tema calzante nella filmografia scorsesiana, da sempre interessata ai sottili meccanismi che tendono a incatenare l’uomo in un’organizzazione prestabilita. Tecnicamente impeccabile, magistralmente interpretato (menzione d’onore per la Pfeiffer), con una ricostruzione d’epoca perfetta. Straordinarie la fotografia di Michael Ballhaus e la scenografia di Dante Ferretti. Vincitore di un Oscar (migliori costumi) e di un Golden Globe (miglior attrice non protagonista a Winona Ryder).
Un film magnifico, da vedere e rivedere.
Imperdibile.