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Creato il 16 marzo 2013 da Ifilms

milano si gira copertinaMilano e il cinema: una relazione tormentata, fatta di lunghi addii e molte sparatorie. Mentre Roma è storicamente la capitale del cinema italiano, negli ultimi anni in declino, e Torino sta acquistando sempre più importanza grazie a un nuovo polo cinematografico, Milano è sempre stata esclusa dai giochi. Eppure non mancano esempi illustri, dal De Sica di Miracolo a Milano al Visconti di Rocco e i suoi fratelli, di film ambientati nel capoluogo lombardo. Che forse più di tutte le altre città ha mostrato uno straordinario, rapidissimo cambiamento nell'arco di pochi decenni.

Ce lo illustrano molto precisamente Mauro D'Avino, Lorenzo Rumori, Simone Pasquali, Roberto Giani e Andrea Martinenghi i cinque autori di Milano, si gira! Gli scorci ritrovati del cinema di ieri, edito da Gremese, con prefazione di Carlo Lizzani.

Un volume davvero imperdibile per ogni milanese che si rispetti, cinefilo o meno, che, attraverso un ricco excursus in cinquant'anni di storia del cinema, dai Trenta agli Ottanta della famigerata “Milano da bere”, ci racconta con parole, ma soprattutto con tante e belle immagini, com'è cambiata la città del “Dom”.

Diviso per zone, come una guida turistica, non trascurando periferie e zone limitrofe, e corredato di dettagliatissimi apparati (indice analitico, cronologia dei film citati e una serie di contenuti speciali, dalle curiosità alle scene clonate) Milano, si gira! è un'occasione per scoprire e riscoprire la metropoli meneghina attraverso lo sguardo di tanti registi e di tante epoche diverse.

 

 

Ci raccontano il loro progetto, e il loro rapporto con Milano, due degli autori, il grafico Mauro D'Avino e l'espertissimo di location milanesi Andrea Martinenghi.

 

  • Il progetto è partito con te, Mauro, da Roma, con Roma, si gira! sempre edito da Gremese, scritto con Lorenzo Rumori.

 

M.D.: Siamo partiti con Roma perchè sul mio sito www.davinotti.com mi occupo anche di location. Un giorno l'editore Gremese mi ha contattato per chiedermi di fare un libro sulle location romane al cinema e da lì è partito il progetto. È andato bene e così mi hanno chiesto di fare un volume su Milano. Allora ho contattato quelli di www.squadravolanteligera.com, esperti di location milanesi, che conoscevo da tempo, e insieme abbiamo dato vita a Milano, Si gira!


  • Viene spontaneo chiedere quali siano le differenze evidenti, dal punto di vista cinematografico tra Milano e Roma.

M.D.: Naturalmente a Roma sono stati girati molti più film celebri rispetto a Milano, tanto è vero che per Roma abbiamo dovuto dividere l'opera in due volumi, perché c'era troppo materiale. Finora è uscito il primo volume, che comprende film fino agli anni Sessanta, e tra poco uscirà il secondo, dai Sessanta agli Ottanta.

  • Il vostro volume ritrae la Milano cinematografica dagli anni '30 agli '80. Come vedete Milano al cinema ai giorni nostri?

A.M.: Si sta girando parecchio, però quello che interessa noi di squadravolanteligera.com è rilevare le differenze evidenti tra la Milano di una volta e quella odierna, perciò abbiamo approfondito poco il cinema contemporaneo. Stanno girando molte commedie, anche dai grandi incassi, come quelle di Checco Zalone, ma non offrono un quadro molto interessante per fotografare l'evoluzione e il cambiamento di Milano.

  • Il discorso del mutamento è particolarmente pertinente qui a Milano perché è una città che è cambiata tantissimo, più di molte altre, in pochi decenni. Basti pensare alla Milano sull'acqua, ad esempio.

A.M.: È cambiata moltissimo e dà una grande soddisfazione individuare luoghi, magari periferici, completamente stravolti, che appaiono in film non celeberrimi. È più difficile convogliare l'attenzione sui polizieschi anni Settanta, rispetto ai film più importanti, ma offrono grandi spunti da questo punto di vista.

M.D.: Aggiungo che oggi non si punta più tanto sul campo lungo, che dà il respiro del luogo dove ci si trova, ma su inquadrature strettissime, in base alle quali è difficile situare un'azione: spesso ci si potrebbe trovare in un posto qualsiasi, è impossibile dare l'idea di una città inquadrando un portone.

  • Milano però non sembra andare molto d'accordo con il cinema, e forse con la cultura generale. Spesso appare sclerotizzata nella sua immagine di capitale della moda, da cui fatica a sganciarsi. Perché, ad esempio, non succede qui quello è che successo a Torino, con il TFF ma anche con la creazione del Cineporto?

A.M.: Penso sia una decisione politica. L'esistenza di una Film Commission torinese garantisce agevolazioni ai registi che scelgono quindi di andare a lavorare lì. A Milano non esiste niente del genere.

M.D.: C'è sempre una questione economica, alla base. Si gira dove conviene girare: una volta si lavorava a Cinecittà perché i costi erano bassi.

  • L'EXPO 2015 offrirà a Milano la possibilità di riscattarsi dal punto di vista culturale o sarà l'ennesima occasione sprecata?

A.M.: Non penso sarà un'opportunità per il cinema....

M.D.:...a meno che non decidano di offrire agevolazioni di cui al momento non si sa ancora nulla.

A.M.: Del resto, c'è un nuovo polo fieristico aperto da ormai 6 anni, dove hanno girato solo ed esclusivamente spot e nessun film. Milano è sempre stata un set prevalentemente pubblicitario.

  • Una provocazione: se Vittorio De Sica volesse girare una versione contemporanea di Miracolo a Milano, secondo voi chi farebbe volare in cielo? Gli immigrati? I laureati senza lavoro? I cineasti che non riescono a girare niente a Milano, se non gli spot?

A.M.: Non oserei mai mettermi nei panni di Vittorio De Sica, però salta all'occhio il problema dei Rom. Nelle baraccopoli una volta c'erano gli italiani, oggi ci sono i Rom che continuamente vengono sgomberati. Il riferimento ideale è quello.

  • Come mai Milano è diventata protagonista del poliziesco italiano anni '70?

A.M.: Le tre città fondamentali per questo genere sono state Genova, Milano e Napoli. Milano è servita soprattutto da sfondo per vicende, a volte improbabili, di grande malavita americana, per cui c'era sempre il classico inseguimento sui Navigli (anche quando il film era girato a Roma, a volte!).

M.D.: E' divertente questo aspetto. Ad esempio in Roma, si gira! c'è una sezione, Roma mascherata, che parla di tutti quei film girati a Roma in cui si finge di essere altrove. Milano violenta, inseguimento sui Navigli a parte, è stato girato tutto a Roma, a dispetto del titolo!

A.M.: Molti produttori dell'epoca, agli albori del genere, consideravano Roma un'ambientazione improbabile per vicende di grandi criminalità. In altre parole, non sarebbe stato credibile ambientare storie di gangster a Roma: bisognava ambientarle a Milano.

M.D.: Nel nostro libro sono citati molti polizieschi, anche perché, grazie alle immancabili sequenze di inseguimenti, sono tra i film che mostrano meglio la città e i suoi scorci, cosa funzionale alla nostra riflessione sul cambiamento di Milano negli anni.

  • Un titolo contemporaneo che rappresenta Milano secondo voi? Ad esempio Happy Family di Salvatores.

M.D.: Sì, Happy Family, o anche i film di Zalone, ma come dicevo prima, il cinema italiano contemporaneo si concentra maggiormente sulle inquadrature ravvicinate non dando spazio alla città.

A.M.: O Vallanzasca, che però rappresenta una Milano degli anni Sessanta-Settanta, andando a cercare al Giambellino angoli immutati. La Milano di oggi non è presente.

A cura di Camilla Maccaferri,

Andrea Chimento e Simone Soranna


 


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