Domenica 24/3/13, ore 2.00, RAITRE
Ispirato alle vicende del giovane tedesco cresciuto in totale isolamento Kaspar Hauser (1812-1833), la cui vita fu oggetto di innumerevoli studi (circa 3.000 libri a riguardo), il film venne presentato con successo al Festival di Cannes, dove si aggiudicò il Grand Prix Speciale della Giuria, il premio FIPRESCI e il premio della giuria ecumenica. Germania, 1828. Kaspar, dopo aver trascorso tutta la vita segregato in una cantina, si trova improvvisamente libero, a contatto con il mondo esterno. Dopo un difficile processo di inserimento nella collettività, viene adottato da un medico e compie notevoli progressi. Morirà assassinato. L’analisi di Herzog, il cui sguardo documentaristico risulta lo strumento d’indagine ideale, si concentra sulla “diversità” del protagonista, archetipo di essere umano puro ed incontaminato, slegato da qualsiasi convenzione o pregiudizio sociale. Le regole di comunicazione e i principi di comportamento, basati su effettivi rapporti di forza che regolano l’ordine collettivo, si rivelano un ostacolo per Kaspar, vittima predestinata di una società codificata. Tra toccante realismo e squarci surreali, forse il miglior film di Herzog. Bruno S. (1932-2010), figlio illegittimo di una prostituta, con alle spalle lunghi anni di riformatorio e di disadattamento, è lo straordinario protagonista, attore non professionista, che collaborerà con Herzog anche nel film La ballata di Stroszek (1977).
Straordinario.