Tratto dall' omonimo manga di Hiroshi Takahashi, Crows 0 rappresenta forse il punto esatto dove il cinema di Takashi Miike, facendo per la prima volta i conti con la natura commerciale di un progetto, finisce per rimanere troppo in secondo piano.
Evento più unico che raro e anche abbastanza inaspettato, a dirla tutta, considerato che fin dai primissimi minuti la mano del geniale e folle regista giapponese è perfettamente riconoscibile: una colonna sonora rockeggiante ci accoglie nel concitato incipit che, in perfetto stile Miike, presenta i personaggi principali e delinea a grandi linee il background in cui si muovono.
Lo stile visivo e le invenzioni registiche, danno l' idea di quanto si sia cercato di rimanere fedeli alla natura fumettistica di Crows 0 ma, forse a causa delle alte aspettative, impossibili da non riversare su qualsiasi pellicola partorisca uno dei nomi più importanti ed interessanti del cinema giapponese (e non solo), rimane la convinzione che, le due ore su cui è spalmato il film, contengano solo una minima parte di quello che Miike poteva esprimere. Famose star, attori bellocci e volti di richiamo non avevano mai influito sull' operato del regista, perlomeno non nella maniera in cui, in Crows, alcune sequenze (quella della canzone nel locale è la più lampante) sembrano essere messe li di proposito come mera funzione di vetrina.
Se fosse solo questo il problema però basterebbe sinceramente chiudere un occhio e andare avanti: eppure si ha la sensazione che, dopo una partenza travolgente, il film procede per inerzia ed il finale, una lunga (quasi infinita) rissa, piatta e poco coinvolgente, sembra esserne la conferma.
Lontano chilometri dall' essere considerato una delle opere più significative di Miike, Crows 0 ha avuto comunque un ottimo successo di pubblico che gli ha garantito un seguito costruito su di una progressione narrativa quasi identica al primo. Il che ha confermato gli stessi pregi e sfortunatamente anche gli stessi difetti.
Voto: 2/4