i-FILMSonline

Creato il 17 aprile 2013 da Ifilms
Dettagli
Scritto da Lorenzo Bianchi
Categoria principale: Rubriche
Categoria: Dal libro al film
Pubblicato: 17 Aprile 2013

"Nel pomeriggio, Rina, pensando che stessero mangiando troppo, esortò Monday: "Anche se sono buoni, non significa che dobbiamo mangiarne così tanti". Ciononostante, senza nemmeno ascoltarla, i due continuarono a ingozzarsi. Alla fine Rina nascose il piatto di dolci." ( Il meraviglioso paese oltre la nebbia, Sachiko Kashiwaba, 1987)

Chihiro non nascose nessun piatto di dolci, anzi, stette ad osservare i suoi genitori rimpinzarsi di ogni prelibatezza trovata nel ristorante abbandonato nella città deserta, salvo poi correre via spaventata in cerca di aiuto al calar delle tenebre, alla vista degli spiriti, accortasi che i suoi genitori erano stati tramutati in maiali. Quella che può sembrare una sottile differenza, è in realtà uno dei pochi punti di congiunzione rintracciabili tra Il meraviglioso paese oltre la nebbia, romanzo di Sachiko Kashiwaba, e La Città Incantata, il capolavoro di animazione di Hayao Miyazaki. Le differenze sono infatti moltissime, a partire dalla trama: nel romanzo, infatti, la piccola protagonista si chiama Rina ed è in viaggio alla ricerca del paese oltre la nebbia, di cui suo padre tanto le ha parlato, mentre invece Chihiro è catapultata nella sua avventura dall'avventatezza e dell'ingordigia dei suoi genitori. Forse questo è un primo elemento interessante, notando come Miyazaki - non nuovo all'esaltazione di un'infanzia salvifica e riparatrice rispetto ad un'età adulta avida e corrotta - abbia voluto contestualizzare la trama in questo modo proprio per poter inserire questo elemento a lui caro.

"Avevano detto che sarebbe arrivata una bambina umana. Tutti ti aspettavano con impazienza... Anche molto tempo fa..." (Sicca a Rina, Il meraviglioso paese oltre la nebbia, Sachiko Kashiwaba, 1987)

Il paese magico in cui la piccola Rina è catapultata è differente dalla città incantata di Chihiro, anche se questo è un ulteriore merito che va riconosciuto ad Hayao Miyazaki, capace di trasformare una semplice favola per bambini in un'opera così complessa ed incredibilmente adulta, affascinante e ricca, lontana dal romanzo sia a livello qualitativo che contenutistico, costituendo, di fatto, una rara e bellissima eccezione. Certo, il punto d'incontro è la bambina umana, di fatto elemento di diversità in un mondo popolato da spiriti e streghe, lei che, si chiami Rina o Chihiro, costituisce l'elemento di novità, di freschezza, che però nel caso di Miyazaki è anche costretta a lottare per salvare i suoi genitori dalla strega Yubaba, mentre invece il libro è quasi un romanzo di formazione in senso classico. È come se il regista giapponese avesse volutamente reso il mondo in cui si svolge la storia molto più ostile, più tetro e pericoloso per la giovane, popolandolo di creature strambe, di omini di fuliggine - identici ai nerini del buio di Totoro - di draghi e di maschere, amplificando la complessità strutturale e contenutistica della favola di Sachiko Kashiwaba, portandola ad un livello estremamente adulto, più ricco.

"Ma certo. Questa città è in comunicazione con vari luoghi. La distanza non c'entra" disse Naata. "Che cosa significa?" chiese Rina guardando Naata. Questa, con il viso di chi è in difficoltà, tentò di spiegare:"Ebbene, cioè... be', chi ha davvero bisogno di questa città riesce ad arrivarvi..."[...]"Ancora non capisco" disse, e Naata replicò senza esitazione: "Significa che qualsiasi sia il luogo in cui uno si trova, se si fa un passo in avanti si riesce ad arrivare a Strada Matta". Rina si perse nei suoi pensieri. Nel suo caso... Sobbalzò al pensiero. "Ma allora, anch'io... Forse anch'io avevo bisogno di questa città? Pur ammettendo la cosa, ci ho messo un sacco ad arrivarci !" gridò Rina eccitata". ( Il meraviglioso paese oltre la nebbia, Sachiko Kashiwaba, 1987)

Il libro è, evidentemente, un romanzo di formazione in cui la piccola Rina affronta diverse sfide, incontra moltissime persone e, soprattutto, lavora per poter divenire adulta ed indipendente. Quest'aspetto ha senz'altro affascinato Miyazaki, che già con Kiki - Consegne a domicilio aveva dimostrato la sua inclinazione verso una ragazzina che, grazie al lavoro e all'amicizia, riesce a trovare fiducia in se stessa e a diventare adulta. Lo stesso avviene con Chihiro, costretta a lavorare per Yubaba e che stringe una forte amicizia con Haku, salvando di fatto anche lui dalle maledizioni di una strega che, comunque, insegna molto alla ragazza durante il periodo nella città incantata, mostrandosi crudele, ma con delle sfaccettature comunque positive, senza una totale condanna da parte del regista. La critica di Miyazaki è piuttosto rivolta al mondo adulto in generale, come dimostrano tutti gli spiriti della città, trasformati in animali da Yubaba per la loro avarizia, la loro ingordigia, il loro egoismo: ne sono dimostrazione i genitori di Chihiro, ma anche la rana e gli esseri mangiati dallo spirito che offre loro dell'oro, rifiutato solo dalla piccola, metafora di purezza e totale libertà. Di fatto La Città Incantata è l'opera più complessa di Miyazaki, che il mondo occidentale, pur avendola premiata con l'Orso d'Oro a Berlino e con il premio Oscar - non farlo sarebbe stato un delitto, vista la perfezione - non può comprendere fino in fondo: i draghi, le maschere, gli spiriti, sono tutti elementi che solo chi conosce la cultura nipponica può apprezzare in toto, comprendendo la grandezza di un'opera simile.

Sen to Chihiro no kamikakushi

Basti pensare al titolo originale del film, intraducibile letteralmente per questione culturale. Infatti kamikakushi, letteralmente "scomparsa attuata da un kami", per la tradizione shintoista è un termine utilizzato quando una persona, in particolare un bambino, sparisce improvvisamente e si dà la colpa ai kami, gli spiriti e le divinità della tradizione locale. Questo è solo un piccolo esempio che dimostra quanto l'opera di Miyazaki sia grande e profondamente radicata nelle tradizioni, nella sua cultura, che grazie a questo capolavoro è riuscita ad arrivare nel mondo occidentale, facendosi apprezzare e aprendo gli orizzonti. Forse un ringraziamento è dovuto.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :