Il cinema asiatico torna in scena a Udine: la provincia friulana è pronta ad alzare il sipario sul Far East Film Festival 2013, un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati dell'estremo oriente, in programma dal 19 al 27 aprile.
Giunto alla sua quindicesima edizione, il FEFF è considerato ormai da diversi anni la principale vetrina europea del cinema popolare asiatico: l'obiettivo degli organizzatori è quello di dare al pubblico italiano (e non solo) la possibilità di ammirare pellicole che difficilmente saranno distribuite nelle nostre sale.
All'interno del concorso verranno proposti 57 film, tutti in anteprima italiana, di dieci paesi diversi, con Giappone e Corea del Sud a far la parte del leone, entrambi con dodici titoli. Come da tradizione, il vincitore verrà decretato tramite il voto degli spettatori della kermesse.
Durante la serata inaugurale di venerdì 19 aprile verrà proiettato «The Berlin File» del regista sudcoreano Ryoo Seung-wan, una spy story attualissima incentrata sulla crescente tensione tra le due coree e ambientata nella capitale tedesca.
Se la compagine della Corea del Sud si distingue per i molti titoli importanti (in primis «National Security» di Chung Ji-young, la storia vera del noto attivista democratico Kim Geun-tae), particolare interesse desta anche l'unico film nordcoreano (seppur si tratti di una co-produzione con il Belgio e il Regno Unito) in competizione: «Comrade Kim Goes Flying», una commedia romantica dai toni favolistici, con protagonista una giovane sognatrice disposta a tutto pur di diventare trapezista.
Gli amanti delle produzioni nipponiche attendono con ansia il ritorno dietro la macchina da presa di Hideo Nakata (l'autore di «The Ring» e di «Dark Water») con l'horror «The Complex», una classica storia di fantasmi pienamente nelle corde del regista. Tra gli altri titoli giapponesi, da segnalare «Girls for Keeps» di Yoshihiro Fukagawa, una sorta di «Sex and the City» in salsa wasabi, e «It's Me, it's Me», l'ultima commedia surreale di Miki Satoshi, uno dei talenti più apprezzati dal pubblico udinese.
I tanti fan del cinema hongkonghese (da sempre fiore all'occhiello del festival friulano) si aspettano grandi cose da «The Bullet Vanishes» di Loi Chi-leung, una detective-story in stile Sherlock Holmes ambientata a metà ‘800, dall'action «Cold War» di Longman Leung e Sunny Luk, da «The Guillotines» di Andrew Lau, il regista della trilogia di «Infernal Affairs», e soprattutto da «Ip Man-The Final Fight» di Herman Yau, rievocazione della vita di un maestro di kung-fu (qui interpretato da Anthony Wong) già protagonista di diverse pellicole precedenti.
Per quanto riguarda le altre cinematografie, la Cina (presente con dieci titoli) punta sul campione d'incassi «Lost in Thailand» di Zheng Xu e sul drammatico «Beijing Flickers» di Zhang Yuan (autore de «La guerra dei fiori rossi» del 2006), mentre la Thailandia propone ben tre pellicole legate al genere horror: «Countdown» di Nattawut Poonpiriya, «Long Weekend» di Taweewat Wantha e il collettivo «9-9-81».
Tra gli eventi collaterali, la consegna del Gelso d'oro alla Carriera (riconoscimento che premia ogni anno un autore dell'estremo oriente) al coreano Kim Dong-ho e un ricordo del regista filippino Mario O'Hara, scomparso lo scorso giugno, con la proiezione di «Demons» (2000), uno dei suoi ultimi lavori.
Infine, una menzione speciale alla retrospettiva dedicata a King Hu, maestro del genere wuxiapian (il cosiddetto "cappa e spada cinese") degli anni '60 e '70.