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Creato il 19 aprile 2013 da Ifilms

locandina-kiki“Il romanzo originale, Kiki – Consegne a domicilio, è una splendida opera di letteratura per l’infanzia che raffigura con grande calore l’abisso che separa indipendenza e dipendenza nelle speranze e nello spirito delle ragazzine giapponesi di oggi” (Hayao Miyazaki, parlando di Kiki-Consegne a domicilio nel 1989)

 

Tra le opere di Hayao Miyazaki, alcune sono rimaste quasi ignote ai non appassionati, anche a causa della distribuzione italiana, che solo negli ultimi anni ha tentato di redimersi riportando nelle sale capolavori come Porco Rosso, Laputa – Il Castello nel Cielo e, adesso, Kiki – Consegne a domicilio. Sono tutti film prodotti tra il 1986 e il 1992, che solo ultimamente sono stati recuperati sul grande schermo. Quello che pochi sanno è che per Miyazaki i romanzi sono fortissima fonte di ispirazione, anche se poi, a ben osservare, i suoi film sono effettivamente delle libere interpretazioni più che fedeli riproposizioni, e Kiki – Consegne a domicilio non fa eccezione. Anche in questo caso la protagonista, come spesso accade nelle sue opere, è una ragazzina, la tredicenne Kiki, che a 13 anni decide di allontanarsi da casa per divenire finalmente adulta, arrivando in una città di mare e svolgendo consegne a domicilio come lavoro. Ma non sarà semplice, affronterà diverse difficoltà, tra cui il pericolo di perdere la magia...

 

 

“Una volta, i protagonisti delle storie per ragazzi ottenevano l’indipendenza economica, che allora coincideva con quella psicologica, dopo aver superato delle difficoltà. Tuttavia, nella società di oggi, in cui chiunque può guadagnare denaro passando da un impiego temporaneo all’altro, non c’è collegamento tra indipendenza economica e indipendenza psicologica. Nella nostra epoca, la povertà non è più tanto materiale, quanto spirituale.” (Hayao Miyazaki)

 

Ciò che il regista tenta di fare è di portare queste sue convinzioni sul grande schermo, e, come sempre, la missione riesce alla perfezione. La piccola Kiki, nonostante sia una strega con un gatto nero parlante, il fidato Jiji, non è poi diversa dalle sue coetanee: il suo unico potere,infatti, è saper volare. È dunque una storia che si potrebbe adattare a qualunque adolescente, che a quell’età è chiamato/a a scoprire i suoi talenti, a lottare per l’affermazione della sua personalità con se stesso prima ancora che con gli altri, coltivando le amicizie e scegliendo quale strada percorrere lungo la propria vita. Lo ha detto anche lo stesso Miyazaki: «Nella sua vita vediamo riflesse le vite di così tante ragazzine giapponesi di oggi, che sono amate e sostenute economicamente dai loro genitori, ma che sognano le luci della città, dove stanno per recarsi per rendersi indipendenti. Anche la debolezza della determinazione di Kiki e la superficialità della sua comprensione del mondo si riflettono nel mondo giovanile contemporaneo». Certo, Nel romanzo originale i problemi affrontati dalla giovane strega sono risolti grazie alla sua bontà d’animo, allargando la cerchia di amici episodio dopo episodio, ma senza soffrire una reale crisi, come invece avviene nel film, dove la ragazza ad un certo punto perde anche la capacità di volare, ossia ciò che la rendeva a tutti gli effetti diversa dalle altre.

 

“Si pensa comunemente che la capacità di volare significhi libertà dalla terra, ma la libertà è accompagnata dall’angoscia e dalla solitudine. La nostra eroina è una ragazzina che ha deciso di identificarsi nella sua capacità di volare. Già molti cartoni animati per la televisione che trattano di streghette sono stati realizzati prima di questo, ma la magia è sempre stata il mero mezzo di realizzazione dei sogni delle ragazzine, le quali diventavano sempre delle piccole star senza problemi.”(Hayao Miyazaki)

 

Il volo e la magia, due dei temi che l’animatore giapponese ha da sempre rappresentato in maniera particolare, testimoniando la sua attrazione per questi universi a loro modo simili, intriganti e che sull’uomo hanno sempre esercitato grande fascino. Kiki – Consegne a domicilio non fa eccezione, e infatti la piccolina vola ed è una strega, ma anche il suo amico Tonbo è un aspirante aviatore, che cerca di inventare una bicicletta volante come fosse un nuovo Leonardo. Inoltre restano fondamentali le parole del regista, quando sottolinea che, a differenza della televisione cui siamo abituati, la magia per Kiki è un traguardo, una fatica per arrivare alla comprensione di sé e non per arricchirsi o divenire una celebrità, anzi, è un dono per mettersi al servizio degli altri. In tutto questo, si potrebbe anche dire che la magia la realizza anche Miyazaki assieme ai suoi animatori, regalando immagini meravigliose, semplici, ma toccanti ed emozionanti, con giochi di colori incredibili, soprattutto pensando che si tratta a tutti gli effetti di cartone animato, senza digitale. Eiko Kadono, scrittrice del romanzo, inizialmente non era soddisfatta di come Miyazaki aveva reso la trama, trasformandola e adattandola alle sue esigenze, eppure, per fortuna, l’opera di convincimento di Miyazaki e Takahata è andata a buon fine, e ora possiamo godere di questo bellissimo gioiellino.

 


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