PAINTED SKIN: THE RESURRECTION di Wuershan
Scritto da Matteo Soi
Uno spirito-volpe fugge dalla prigione di ghiaccio nella quale era rinchiuso da cinquecento anni e, assunte le sembianze di una bellissima donna, ruba e mangia il cuore a giovani uomini per mantenere il suo aspetto. Nel suo peregrinare conosce una giovane principessa sfigurata il cui calore è in grado di difenderla dal ghiaccio che la perseguita. Imponente film in costume ma anche fantasy melodrammatico, Painted Skin è un progetto nel quale l' utilizzo di effetti speciali è assolutamente complementare al resto, tanto al ruolo degli attori che a quello delle coreografie nei combattimenti. Lo stile visivo (il design è affidato a Yoshitaka Amano) è davvero bello ma l' attenzione che richiedono gli occhi non distrae dal resto ed è quindi impossibile non accorgersi di una sceneggiatura che va un po' a singhiozzo ma che riesce comunque a raccontare un grande amore sofferto con tutte le enfasi del caso.
Voto: 2,5/4
HOW TO USE MEN WITH SECRET TIPS di Lee Won-suk
Scritto da Matteo Soi
Crescere in un mondo dove la presenza maschile è spesso ingombrante e soffocante non è facile. Non lo è neanche in ambiente lavorativo e lo sa bene Choi Bona che come assistente di regia ne deve sopportare tante, anche per il suo aspetto sciatto che non le permette di avere un arma in più contro i colleghi uomini. Ma quando in una misteriosa bancarella trova una serie di video che spiegano come usare gli uomini con semplici trucchi, tutto cambia. Esordio col botto quello del giovane regista Lee Won-suk che, con la sua surreale commedia romantica, conquista senza sforzo il pubblico festivaliero. Gli ingredienti sono semplici alla fine, cominciando da tempi comici davvero sostenuti (cosa sempre più rara) arrivando a personaggi ben scritti ma soprattutto ben interpretati. Son questi elementi che permettono al film un' andatura sostenuta anche quando entra in gioco la parte romantica dell' equazione, comunque sempre ben bilanciata da qualche assurda ed esilarante trovata. E la Corea del Sud si aggiudica senza sforzo la miglior commedia di questo FEFF.
Voto: 3/4
COMRADE KIM GOES FLYING di Kim Gwang-hun, Nicholas Bonner, Anja Daelemans
Scritto da Matteo Soi
La commozione sincera dell' attrice Hang Jong-sim, nel trovarsi per la prima volta difronte ad un pubblico caloroso come quello del Far East, ha reso la proiezione di Comrade Kim Goes Flying uno dei momenti più toccanti ed importanti del festival. Indipendentemente dal particolare momento storico che stiamo vivendo, questa coproduzione nord coreana, belga e inglese, ci permette di aprire la finestra su di un mondo a parte, raccontato attraverso la storia della giovane Kim, minatrice con il sogno di diventare trapezista. Il singolo piuttosto che la comunità, concetto che sembra un po' stonare considerando la nazionalità del film, ma che rende l' idea del difficile percorso produttivo (ci son voluti circa sei anni per completarlo) affrontato dal regista e da chi l' ha sostenuto. Ed è per questo che la lotta di una donna per realizzare il suo sogno diventa una lotta comune ed il suo trionfo è un trionfo collettivo. Anche l' immagine che viene data del Paese, i fiori alle finestre, i sorrisi sia che si lavori in miniera che in cantiere, ci fa rendere conto di quanto fosse impossibile tenersi troppo distanti dalla propaganda. Nella sua forma poi (e si parla in particolar modo di fotografia e recitazione), Comrade Kim sembra un film molto più vecchio di quello che in realtà è, il che lo rendo un oggetto di cinema davvero curioso, assolutamente imperfetto ma con diversi motivi per essere riscoperto.
Voto: 2/4
THE THIEVES di Choi Dong-hoon
Scritto da Matteo Soi
Il dream team dei migliori ladri coreani ed hongkonghesi viene radunato dal veterano Macao Park per rubare il leggendario diamante Lacrima del Sole. Ma rivalità e vecchi attriti potrebbero portare al fallimento anche il loro piano perfetto. Sembra proprio che il cinema coreano, anche quello potenzialmente commerciale come The Thieves (pare sia stato il film più visto nella storia del cinema coreano), non possa rinunciare a sceneggiature complicate e stratificate nelle quali si intersecano le storie di una moltitudine di personaggi. The Thieves sembra la versione asiatica di Ocean's Eleven con la sostanziale differenza che, in Corea del Sud, la forma è sempre importante, qualsiasi genere si tratti. E nonostante il suo essere così articolato (ai limiti dello sfiancante) il film di Choi Dong-hoon ha un ritmo instancabile, sostenuto sia da una regia che non rinuncia a sottolineare i segmenti più action, che dalle ottime interpretazioni del cast. E' il grande cinema di intrattenimento di Seul, prendere o lasciare.
Voto: 2,5/4
BEIJING FLICKERS di Zhang Yuan
Scritto da Simone Soranna
Pechino ai giorni nostri. Il regista Zhang Yuan decide di concentrare le sue macchine da presa per raccontare uno spaccato di vita di quattro giovani in difficoltà emotive. Un affresco delicato e molto umano che inquadra bene ogni singola personalità dei ragazzi e scava adeguatamente a fondo per analizzarne i problemi. Gli attori sono tutti credibili e ben diretti. Peccato per alcuni scivoloni che portano la pellicola a scadere nella retorica, per la scelta di alcune situazioni patetiche di cui si poteva tranquillamente fare a meno e per l’utilizzo della voce over che a tratti risulta non solo superfluo, ma anche inopportuno. Tuttavia è da apprezzare la buona resa di un materiale che, onestamente, non possiede nulla di nuovo. Il film è una parabola discendente che però impenna nel finale per lasciare, nonostante tutto, un alone ottimista e consolatorio. Dalla visione si esce turbati, ma comunque motivati e fiduciosi, non male.
Voto: 2,5/4
9-9-81 di registi vari
Scritto da Simone Soranna
Il progetto di questa pellicola è molto curioso e interessante: 9 cortometraggi girati da 12 registi che ruotano tutti intorno al suicidio di una ragazza. Ogni episodio racconta il fatto dal punto di vista di un personaggio diverso. Il film però delude molto più che altro perché non (si) capisce bene dove voglia andare a parere. Ogni regista sembra quasi lavorare per sé perdendo l’idea di unicum. E ciò vale non solo per il ramo narrativo del racconto (i diversi episodi portano avanti pochissimo la storia) ma anche per il ramo stilistico e tematico. Troppo spesso si perde la bussola. Il tema del suicidio viene affrontato per la prima mezz’ora per poi venire del tutto accantonato a favore di figure horrorifiche che dovrebbero nascere dal trauma vissuto dai protagonisti. Insomma, un mosaico che non regala una preciso quadro finale, pur partendo, come già detto, da un’idea potenziale che avrebbe potuto regalare di meglio. Peccato.
Voto: 1,5/4