Il Festival di Cannes 2013 si apre in tono minore: Il grande Gatsby, film d'apertura della kermesse, non ha ripagato le (troppo alte?) aspettative della vigilia. L’opera di Baz Luhrmann è la quarta trasposizione per il grande schermo dell'omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald pubblicato nel 1925: la più celebre rimane, almeno fino a oggi, quella diretta da Jack Clayton nel 1974, con protagonisti Robert Redford e Mia Farrow.
Ambientato nella primavera del 1922, il film si apre con l’incontro tra Nick Carraway (Tobey Maguire), un aspirante scrittore del Midwest appena trasferitosi a New York, e Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio), un plurimilionario che ama organizzare feste indimenticabili nel suo lussuoso palazzo. L’obiettivo di Gatsby è quello di riconquistare l’amata Daisy (Carey Mulligan), cugina di Nick e moglie di Tom Buchanan, un arrogante donnaiolo di origini nobiliari. Affidandosi al suo stile barocco e postmoderno, l’australiano Baz Luhrmann cerca di far suo il testo di Fitzgerald, mescolando diversi generi e optando per una colonna sonora hip-hop realizzata ad hoc da Jay-Z. Il risultato formale, sfarzoso e fin troppo patinato, è di indubbio fascino, ma a farne le spese sono lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi e una rappresentazione degli anni ’20 grossolana e poco credibile. Il buon equilibrio, tra soggetti classici e tecniche contemporanee, che Luhrmann aveva messo in scena in Romeo + Giulietta (1996) e in Moulin Rouge (2001), si ritrova soltanto in alcune sequenze, in particolare verso la conclusione. L’immaginario da videoclip del regista (ben visibile nella scena della festa a casa del protagonista) trascina gli spettatori in un vortice audiovisivo in cui si fatica a trovare la giusta empatia con i personaggi conosciuti sulle pagine di Fitzgerald. Nel cast, Leonardo DiCaprio (Jay Gatsby) è in discreta forma, mentre la (solitamente) brava Carey Mulligan appare totalmente fuori parte. Voto: 2/4 TweetMagazine Cinema
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