THE BLING RING di Sofia Coppola
A tre anni dalla conquista del Leone d’Oro a Venezia con Somewhere, Sofia Coppola sbarca sulla Croisette con il suo quinto film, The Bling Ring.
Ispirata a una storia vera, la pellicola racconta di un gruppo di ragazze di Los Angeles che hanno compiuto l'impresa di trafugare dalle ville di note star di Hollywood beni per oltre tre milioni di dollari. Tra le vittime illustri delle giovani ladruncole, pezzi da novanta dello star system come Orlando Bloom, Megan Fox e Paris Hilton.
Il film apre la sezione collaterale Un Certain Regard e potrebbe formare un curioso dittico con Spring Breakers di Harmony Korine (in concorso all’ultima Mostra di Venezia): entrambi sembrano infatti insistere sulla deriva criminale portata dalla cultura pop del mondo giovanile di oggi. In The Bling Ring tornano tutte le ossessioni della Coppola: dalla superficialità del mondo dello spettacolo (e in particolare di Hollywood) all'universo dei teen-ager statunitensi, il cui unico scopo sembra - almeno nella filmografia dell'autrice - quello di andare a caccia della celebrità.
Nonostante una certa ridondanza narrativa, il film ha un buon ritmo: come già in Somewhere, si alternano sequenze particolarmente suggestive (soprattutto verso la conclusione) e altre piuttosto inutili e trascurabili.
Nel cast la più nota è Emma Watson (già Hermione Granger della saga di Harry Potter) che tuttavia non convince del tutto e perde il confronto con le meno famose Katie Chang e Claire Julien. Immancabile il cameo di Kirsten Dunst, amica e attrice feticcio di Sofia Coppola e presente in Il giardino delle vergini suicide e Marie Antoinette.
Voto: 2,5/4
JEUNE ET JOLIE di Françoiz Ozon
Dopo aver indagato la relazione tra realtà e finzione nel recente Nella casa, Françoiz Ozon racconta le quattro stagioni di una diciassettenne inquieta: dal primo rapporto sessuale all'attività di escort di lusso.
Sorta di omaggio alla nouvelle vague anni '60, Jeune et Jolie (in concorso) è un film di grande eleganza formale, dove immagini e suoni creano un affascinante concerto audiovisivo che dimostra tutto il talento dell'autore francese.
Come ne Il tempo che resta e in Sotto la sabbia, Ozon scava a fondo nella psicologia del personaggio principale, riuscendo a far riflettere, a scuotere e persino a divertire in alcune sequenze: la sua protagonista è una ragazza che vive in una famiglia agiata e si prostituisce per noia, per sentirsi amata e come conseguenza dell'abbandono paterno.
Come molti film di Ozon, è anche un film di fantasmi che, naturalmente, appaiono in riva al mare, sulle spiagge.
Ottima Marine Vacht, attrice e modella che assomiglia a una giovane Laetitia Casta, straordinariamente intensa in un ruolo tutt'altro che facile.
Voto: 3/4
HELI di Amat Escalante
Presente nella competizione principale, Heli del regista messicano Amat Escalante vede come protagonista la dodicenne Estela, che si innamora di un giovane cadetto della polizia più grande di cinque anni. Il ragazzo finisce coinvolto in un traffico di stupefacenti, finendo per cercare aiuto nella famiglia della fidanzata.
Sin dalle prime sequenze emerge chiaramente come la vicenda non sia altro che un pretesto per mostrare al pubblico una serie di immagini di impressionante violenza: film volutamente "scandaloso", Heli, come ha affermato il regista stesso, è chiaramente un'opera di denuncia, che vuole indagare e descrivere la situazione degradata e pericolosa di alcune zone del Messico.
Intenzioni senza dubbio lodevoli, ma il risultato non è all’altezza delle aspettative, soprattutto per i continui cambi di genere: si passa dall’horror al melodramma, con il risultato di annoiare, più che sconvolgere, lo spettatore.
Pur se tecnicamente interessante (ottimo il lavoro su montaggio e fotografia), alla visione permane continuamente la sensazione di trovarsi di fronte a un film troppo studiato a tavolino per poter davvero emozionare.
Voto: 2/4