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Creato il 17 maggio 2013 da Ifilms
cannes

A TOUCH OF SIN di Jia Zhang-ke

All’interno della competizione principale è da segnalare A Touch of Sin del cinese Jia Zhang-ke.

Una pellicola strutturata in vari episodi, con diversi personaggi che fanno ricorso alla violenza per potersi vendicare delle umiliazioni subite: da un operario deciso a ribellarsi contro i leader del suo villaggio a una receptionist che viene aggredita da un ricco cliente.

Chi ha visto Still Life, il film con cui Jia Zhang-ke ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra di Venezia 2006, o altri titoli firmati dal regista, rimarrà sorpreso dalla visione di A Touch of Sin, pellicola molto diversa dai suoi lavori precedenti.

Dallo stile sospeso e rarefatto delle sue opere più importanti, il regista è passato a una messa in scena segnata da un ritmo frenetico e da continui cambi di genere. Il tutto sembra essere funzionale alle tematiche affrontate, ma siprattutto ai personaggi messi in scena, uomini che hanno varcato la soglia dello stress contemporaneo raggiungendo, per questo motivo, una sorta di pazzia che sfocerà in violenza.

Anche se non tutte le sequenze siano ben amalgamate tra loro, il disegno d’insieme ritrae con forza angosce e incertezze della Cina contemporanea.

Grazie all’impegno sociale presente nel sottotesto della narrazione, A Touch of Sin potrebbe essere in lizza per alcuni riconoscimenti.

 

Voto: 2,5/4   STOP THE POUNDING HEART di Roberto Minervini Aveva stupito la Mostra di Venezia 2012 con Low Tide, ora Minervini conclude la sua trilogia texana (iniziata nel 2011 con The Passage) raccontando la vita di una famiglia di allevatori di pecore. La pellicola si focalizza su Sara, una ragazza educata seguendo i precetti della Bibbia e l’insegnamento dei genitori, e del suo incontro con un giovane cowboy che le sconvolgerà la sua vita, monotona e senza pretese. Come nei suoi film precedenti, Minervini si dimostra un acuto osservatore della vita di provincia americana, mostrando le contraddizioni e il degrado morale che, spesso, la caratterizzano. Stop the Pounding Heart è un prodotto che, nella prima parte, fatica molto a carburare, gira a vuoto esattamente come i personaggi in scena, ma col passare dei minuti diventa sempre più coraggioso e incisivo. Impossibile però non constatare nel complesso una narrazione forse fin troppo ostica e un ritmo piatto che lascia spazio a diversi cali d'attenzione. Lo stile quasi documentaristico, che il regista imprime alla pellicola, accresce il realismo del racconto e trasmette allo spettatore, il disagio di un mondo in cui il valore di un uomo è misurato dai secondi in cui riesce a cavalcare un toro meccanico.   Voto: 2/4   Oggi è anche la giornata della nostra Valeria Golino, che nella sezione Un Certain Regard presenta il film che segna il suo esordio dietro la macchina da presa: l'intenso e coraggioso Miele (di cui vi abbiamo già parlato), interpretato da Jasmine Trinca e proprio in questi giorni nelle sale italiane.  

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