Biografia del seduttore veneziano Giacomo Casanova (Donald Sutherland), basata sul suo Storie della mia vita: l’ascesa e la caduta in un ‘700 totalmente ricreato in studio, a Cinecittà (“Kubrick ha dilatato il ‘700 [Barry Lyndon] in inquadrature vastissime, io invece ho fatto l’operazione inversa: l’ho compresso in ambienti piccoli”), in cui Fellini dà sfogo alle sue ossessioni primarie, il sesso (ridotto ad esecuzione meccanica) e la figura femminile, ora delicata e gentile, ora mostruosa e fagocitante (il personaggio della gigantessa).
Sceneggiato dal regista con Bernardino Zapponi, il film offre un ritratto impietoso di un protagonista sperso nelle sue “memorabili” gesta, e l’interpretazione di Sutherland è in questo senso perfetta, ironicamente funzionale. Splendido finale sopra l’acqua ghiacciata del Canal Grande, con Casanova in compagnia dell’unica donna adatta a lui, un automa. Uno dei migliori Fellini di sempre, grottesco, satirico e funereo. Strepitosa (come al solito) colonna sonora di Nino Rota. Oscar ai migliori costumi (Danilo Donati).
Assolutamente imperdibile.