Mercoledì 31/07/13, ore 21.00, IRIS
L’ultima notte di quattro ragazzi della provincia americana (Curt [Richard Dreyfuss], Steve [Ron Howard], John [Paul Le Mat] e Terry [Charles Martin Smith]) prima della partenza per il college, tra dubbi, paure, speranze ed avventure inaspettate. Cinema americano fino al midollo, e che cinema: George Lucas trova nel ricordo della sua adolescenza una felicissima ispirazione e tratteggia la vita spensierata di una comunità dove serpeggiano i primi turbamenti, germe di quella violenza che porrà definitivamente fine all’American dream (siamo nel 1962, prima del Vietnam, prima dell’assassinio Kennedy) e che introdurrà dolorosamente alla vita adulta (funzionali, in questo senso, le didascalie finali che spiegano i destini dei protagonisti).
Tecnicamente ineccepibile, American Graffiti rispecchia nello stile frammentato l’inquietudine del cambiamento, pur essendo magnificamente legato e guidato da una strepitosa colonna sonora (Bill Haley and the Comets, Del Shannon, Buddy Holly, Beach Boys, Chuck Berry, Platters), ed è una preziosa testimonianza di quel filone apparentemente leggero e spensierato, in realtà nostalgico e amaro, così significativo per gli U.S.A. Antologica e simbolica la figura del dj Lupo Solitario (Robert Weston Smith). Cinque candidature all’Oscar: miglior film, regia, attrice non protagonista (Candy Clark), sceneggiatura originale, montaggio. Con un seguito mediocre e superfluo (American Graffiti 2).
Da non perdere.