Giovedì 21/11/13, ore 21.10, Rete 4
Capolavoro del sottogenere di matrice italiana noto come “spaghetti western”, Il buono, il brutto, il cattivo è il capitolo conclusivo della “Trilogia del dollaro” firmata da Sergio Leone, iniziata con Per un pugno di dollari e proseguita con Per qualche dollaro in più. Dopo il successo internazionale dei primi due film, Leone non aveva intenzione di girare un altro western ma, attirato dalla notevole somma offertagli dalla United Artists, accettò senza avere alcun progetto in mente.
Durante la Guerra di Secessione, Sentenza (Lee Van Cleef), spietato sicario dallo sguardo di ghiaccio, Tuco (Eli Wallach), fuorilegge messicano dallo spirito anarchico, e “il Biondo” (Clint Eastwood), bounty-killer cinico e disilluso, si associano, senza alcuna fiducia reciproca, per recuperare un tesoro nascosto. Memorabile resa dei conti finale al cimitero dove (forse) sono nascosti i soldi. Vera e propria summa della poetica western di Leone, il film è un compendio dello stile del suo autore. Il respiro epico e solenne della pellicola, smorzato da efficaci inserti ironici, si erge su un apparato registico barocco ed eccessivo legato ai dettagli (da antologia i primissimi piani sugli occhi dei protagonisti) che spiazza le aspettative dello spettatore, mettendo in scena un West inedito, privato di mito ed eroismo, corrotto e sporco, popolato da antieroi che fanno l’interesse proprio e non quello della giustizia. Colonna sonora di Ennio Morricone tra le più belle della storia del cinema. «Ciò che mi interessava, era da un lato demistificare gli aggettivi, dall'altra mostrare l'assurdità della guerra. La Guerra Civile nella quale i personaggi si imbattono, dal mio punto di vista, è inutile, stupida: non è portata avanti per una giusta causa. La frase chiave del film è quella di un personaggio (il Biondo) che commenta la battaglia del ponte: "Mai visto morire tanta gente tanto male". Faccio vedere un campo di concentramento nordista ma in parte stavo pensando ai campi nazisti, con le loro orchestre di ebrei» (Sergio Leone).
Indimenticabile.