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I fiori, gioielli di madre terra

Creato il 18 aprile 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

 

 

di Gianluca Bonazzi

Da qualche anno l’umanità pensa sempre più e con toni preoccupati a come sarebbe la sua vita sul pianeta se non ci fossero tanti beni naturali: l’acqua, l’aria, l’energia, la terra. Poco invece essa riflette sulle conseguenze della sparizione degli animali e ancor meno di quella dei vegetali. In ogni caso, sembra che ragioni più che altro sulla base di ciò che possa portarle benessere nel breve lasso di tempo dell’immediato, e il resto sia solo un vezzo per anime belle e buone, cioè per coloro che si possono permettere di pensare a queste cose in termini di simpatia o antipatia.

Quindi l’umanità non ha ancora chiaramente compreso il valore intrinseco e assoluto della biodiversità: vegetale, animale e umana.

Fiori gioielli

da pianetadonna.it

Quando la vita dell’umanità era legata al ciclo naturale, attraverso la coltivazione della terra, tale principio era sconosciuto, perché era ben presente nelle cose stesse di Madre Terra. Questo è diventato poi straordinariamente importante, facendo emergere la propria la necessità morale, ma ancora solo per pochi, purtroppo, nel momento in cui l’umanità è passata a una vita industriale. Sempre più, poi, la biodiversità ha assunto le vesti di un preciso significato simbolico, legandosi al senso di ricchezza immateriale, infinitamente ciclico, temporaneo e permanente insieme, della vita.

Chi sostiene la logica dello sviluppo continuo, incessante e autoreferenziale, plurisecolare, prodotto storico ormai fuori dalla storia del futuro, si batte per un falso progresso che, linearmente, si trasforma in regresso, perché sconfessa più o meno consapevolmente i suddetti significati.

Gli anticorpi a tale gretta impostazione mentale e morale possono essere forniti solo da una visione “biodiversa” della vita. La salvezza donata dai fiori è tale perché ci rende pienamente consapevoli del nostro essere umani. Oltre alla loro indubbia importanza – poiché sono alla base della catena della vita, grazie all’impollinazione – c’è infatti un altro aspetto, direi complementare, che non è da meno, ed è quello emozionale: dall’anima dei fiori parte un viaggio in continua espansione che giunge all’anima umana, emozionandola coi cinque sensi. I fiori sono gli alfieri del mondo vegetale, capaci di donare bellezza ovunque, comunque e imprevedibilmente, anche in mezzo al male e ai rifiuti.

Anche il senso dell’udito, in un certo senso, può essere coinvolto nella relazione con loro, grazie all’ascolto simbolico che se ne può ricavare, perché ognuno di loro è portatore di un linguaggio sempre diverso, profondo, evocativo e avvolgente. L’arte e la poesia hanno compreso fin dalla nascita dell’umanità tale impareggiabile mistero, promuovendolo attraverso la creazione dei giardini, idea di paradiso in terra, teatro imprescindibile per un’azione floreale elitaria, capace di offrirsi poi a chiunque durante gli anni della rivoluzione psichedelica, dei ‘60/’70, quando coi fiori s’inneggiava al ritorno dell’armonia cosmica.

Tutti i possibili caratteri umani, con sottospecie di sfumature e tonalità le più diverse, sono rappresentati dall’universo floreale. In natura non c’è nulla di neanche lontanamente comparabile, che inneggi al colore e all’infinita gamma che s’irradia tutt’intorno dal centro dell’anima segreta, come piccoli soli delicati. È una sorta di arcobaleno terrestre, che appare e scompare, domestico o selvatico, secondo il principio del minimalismo più puro e gentile. Quando poi certi fiori si offrono con certe note caratteriali, il mistero si rafforza, come nel caso di quelli carnivori, che hanno meglio affinato il fascino seducente, per attrarre le loro possibili prede. La rosa, invece, la principessa dei fiori, porge le sue spine con una regalità per cui pare che voglia farsi perdonare, offrendo altresì un profumo inebriante.

Ogni fiore è o non è: se è di plastica, passa per l’ennesima volta il principio della finzione a scapito della vita, per suggerire economia e comodità. Meglio non comprarlo allora, per sostituirlo con una poesia, che incoroni l’universo dei fiori come una sorta di tavolozza ingioiellata con la quale Madre Terra si adorna da sempre per offrirsi in tutto il suo magico splendore.

Portare con sé nel taschino il proprio fiore interiore significa adornarsi di un giardino segreto.

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