Quel giorno mi ero svegliata con le paturnie. E con la ruga sotto l’occhio sinistro che mi viene quando ho dormito male, o ancor peggio quando non ho un buon motivo per avere la luna storta, se non l’ascendente n bilancia, e la carta d’identità che dice “femmina napoletana”. Con il caffè le cose andarono meglio, ma non bastò a placare il giramento di zebedei in corso.
Allora infilai il cappotto con sotto ancora il pigiama. Era presto e nel quartiere c’erano solo quelli che non erano ancora partiti per le vacanze di Natale.
Nel mio chioschetto, che mi spaccia fiori tutto l’anno, mi sentii subito meglio. Le vidi, e seppi che la giornata si poteva aggiustare. Le portai a casa nella carta da imballo come faccio sempre, senza fiocchetti o confezioni: la bellezza ha pochi fronzoli.
Mi feci un altro caffè, e per magia non era più amaro.
Magazine Per Lei
29 dicembre 2015
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