Certo, fa strano trasformare una lotta in un partito: soprattutto una lotta che ha provocato, sino ad oggi, soltanto disordini e disagi e non ha portato alcun risultato. Sta di fatto che Martino Morsello, l’eretico cacciato dalla maggioranza ha depositato il suo simbolo il 12 gennaio 2012. Ma l’altro rappresentante del movimento, Mariano Ferro, ha successivamente depositato il suo. Ma se i simboli sono diversi, l’obiettivo rimane comune visto che i Forconi intendono candidarsi alle prossime comunali.
La parte che fa riferimento a Ferro è quella più radicata nel territorio siciliano ed è quella che sta sviluppando meglio una seconda fase di lotta, quella dell’assalto ai palazzi del potere. Oltre a manifestare e chiedere un ridimensionamento dei costi della benzina e dei pedaggi, si combatte, adesso, anche per una modifica della legge elettorale – argomento che, comunque, il Parlamento italiano sta affrontando – legge che, secondo i forcaioli permetterebbe non di eleggere i rappresentanti del popolo in Parlamento ma di nominarli in base alle preferenze dei segretari di partito.
A Palermo, il rappresentante di Ferro è Franco Calderone, un imprenditore di successo di vini, il quale ammette che a Palermo si fa fatica a riscuotere lo stesso successo che il movimento ha in altre parti della Sicilia. E difatti, Calderone spiega che inizialmente ci si occupava solo dei problemi degli agricoltori. “A Palermo, città che vive di stipendi e burocrazia, è normale che ci fosse un minore interesse”.