E' terminato il concorso lanciato da Black Velvet e LoSpazioBianco legato alla ristampa di Hicksville (www.lospaziobianco.it/44-benvenuti-hicksville). Vi chiedevamo di raccontarci un episodio personale su una volta che "i fumetti vi hanno spezzato il cuore" - ispirati dalla frase di Jack Kirby che introduce l'opera di Dylan Horrocks. In palio, tre copie di Hicksville.
Ecco i tre vincitori del concorso, in rigoroso ordine alfabetico.
Dalla LoSpazioBianco e Black Velvet i complimenti a Giuseppe, Valerio e Daniele.
Giuseppe "Dark0" Franco - Tra il nove e l'undici
Tu l'hai visto sbucare dal mio Jolly Invicta e mi hai sorriso.
- Chi è Dailan Dog?
Così ti ho prestato Attraverso lo specchio, il numero dieci.
Non l'avevo ancora letto, ma mi sembrava il regalo più giusto per quel tuo sorriso.
Alice del terzo banco.
Che mi spingevi la Bic dietro la schiena per farmi girare nell'ora di matematica, che mi passavi il Super Santos nell'ora di educazione fisica, che sceglievi “bacio” se la bottiglia alla fine del giro, indicava te.
Che hai ancora quel numero dieci e non me l'hai mai restituito.
E di tutti i miei trecentoquattro Dylan Dog mi è sempre mancato solo quel numero.
Guardo tra il nove e l'undici e c'è ancora uno spazio vuoto.
È piccolo: quasi non si vede.
Ma c'è.
È quello che mi hai lasciato tu.
Valerio Scotti
Anni dopo ho letto la storia di due bambini che giocano sempre insieme, fino a che uno rimane solo. Nel racconto, dopo aver assistito al funerale dell’amico, il piccolo Bjorn starnutisce e diventa, improvvisamente, adulto. Non un ellissi temporale: il protagonista cresce, abbadona definitivamente l’infanzia, cambia.
Nello scarto di quelle due vignette l’autore, il norvegese Jason, ha condensato la forza a volte terribile con cui la vita sa investirci e farci male. Leggendo “Ehi, aspetta...” mi sono ritrovato seduto in quel pullman di tanti anni fa.
Grazie.
Sopratutto per aver pubblicato quel breve e straziante racconto.
Daniele Vecchio
Col tempo mi prese la nostalgia e cominciai a cercare invano quei vecchi giornali. Non è che li cercassi soltanto. Li bramavo, volevo rileggerli tutti, conservarli. Poi a casa di nonna, in soffitta, ne trovai finalmente tre copie, ingiallite e impolverate. Avevo il cuore in gola. Quando mi affacciai, guardai per l’ultima volta il giardino.
La casa era già in vendita e l’anno dopo avrei cominciato il liceo.
Quel giorno i fumetti, decisamente, mi spezzarono il cuore.