Vi ricordate lo scheletro del parcheggio, ritrovato dopo uno scavo archeologico, condotto a Leicester da un gruppo di archeologi e storici entusiasti?
Si sapeva per certo che in quel luogo un tempo sorgeva il convento francescano di Greyfriars, dove il corpo del re Riccardo III era stato sepolto in una fossa comune. Lo scheletro venuto alla luce mostrava forti segni di scoliosi e ferite da taglio al cranio, compatibili con la morte del sovrano nella piana di Bosworth, alla fine della Guerra delle Due Rose.
A febbraio 2013, gli esperti dell’Università di Leicester avevano confermato, tramite i test del DNA, che il corpo era sicuramente quello di Riccardo III, ultimo re Plantageneta.
Morto in battaglia, all’età di 32 anni, Riccardo fu l’unico sovrano d’Inghilterra a non ricevere degna sepoltura, e venne gettato in una fossa anonima dai suoi nemici della casata Tudor.
Alla damnatio memoriae contribuì anche il ritratto impietoso lasciatoci da William Shakespeare, che lo rappresenta come un monarca gobbo e malvagio.
Finalmente, dopo oltre cinque secoli, questa settimana Riccardo III ha ricevuto una solenne sepoltura, con la dignità che non ebbe in quel lontano agosto del 1485.
L’evento, trasmesso in televisione dall’emittente Channel 4, ha rappresentato un momento importante per la Richard III Society, un’associazione dedita a promuovere la buona reputazione di un re d’Inghilterra infamato nel corso dei secoli, proprio a causa della popolarità del ritratto shakespeariano. Philippa Langley, segretaria della sezione scozzese della società, la quale aveva intuito che i resti del re si trovavano sotto al famigerato parcheggio di Leicester, è stata responsabile della raccolta fondi per finanziare gli scavi archeologici, che hanno effettivamente restituito le spoglie del re. Durante i funerali, avvenuti giovedì scorso, nella cattedrale di Leicester, sono state intonate preghiere per tutti i caduti della guerra delle Due Rose e della battaglia di Bosworth, dove anche Riccardo cadde ucciso. La cerimonia funebre, è stata guidata dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby e vi hanno presto parte leader cattolici, e di altre religioni, così come i membri della famiglia reale d’Inghilterra (ma non la Regina, che però ha inviato un messaggio). Il vescovo di Leicester, Tim Stevens, ha detto che non ci si stava radunando per giudicare l’operato del re, ma per dargli la sepoltura onorevole che gli fu negata secoli fa.
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