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I “furtarelli” sul posto di lavoro

Creato il 13 giugno 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

 

 I “FURTARELLI” SUL POSTO DI  LAVORO
In tempo di crisi e di disoccupazione le persone che hanno la fortuna di lavorare regolarmente si sentono un po’ privilegiate. Molte di queste, però forse a causa di un fenomeno intrusivo di  esame di coscienza, subìto e non voluto, non si sentono del tutto meritevoli del privilegio  di cui godono e chissà perché il loro comportamento in molti casi risulta incredibilmente accomodante, generoso e collaborativo; non manifestano fretta alla fine del turno, non si lagnano di eventuali maggior carichi di lavoro, non si oppongono se gli viene chiesto di svolgere mansioni diverse da quelle previste dal contratto insomma si comportano più da figli che da dipendenti del proprio datore di lavoro.

Tutti sappiamo però che in questa società delirante “nessuno fa niente per niente” e allora viene da interrogarsi sul perché dei molti casi di tanta inspiegabile, gratuita bontà.

 Dal punto di vista psicologico è evidente comprensibile l’arbitrario provvedimento inconscio preso per lenire i piccoli sensi di colpa che il soggetto sleale prova le quali lo portano a compiere gratuitamente delle buone azioni. Il senso di colpa, come un mostriciattolo roditore figlio della coscienza sporca, si stabilisce nel centro della mente e comincia a rosicchiare. Il suo alimento preferito è la luce degli occhi, del traditore, che man mano viene meno e lo sguardo diventa buio ed evitante; successivamente rosicchia la serenità  dell’individuo che progressivamente fatica a dormire, a concentrarsi, a rilassarsi, a divertirsi perdendo lentamente la pace interiore; poi, sempre lo stesso mostriciattolo, inizia a rosicchiare l’autostima e il soggetto diventa nervoso, astioso con se stesso e progressivamente perde il piacere di prendersi cura di se.

A quel punto, l’ego si rende conto del disastro e cerca di correre ai ripari: facendo delle buone azioni per dimostrare a se stessi e agli altri quanto si è buoni, bravi e indispensabili. Nel mondo del lavoro una casistica di questo fenomeno non esiste, ma esiste la” vox populi” che è una modalità primitiva di tramandare informazioni, ma non per questo meno pregiata.

L’essere umano sul posto di lavoro spesso si comporta come se avesse una doppia identità: la prima è quella dichiarata, quella che firma il contratto, elenca le sue credenziali e controlla la busta paga; la seconda è quella di un mini dittatore interno superfurbo che si auto legifera, stabilisce i risarcimenti che gli spettano e le modalità con cui attuare il piano che gli rende giustizia.

Quello che sanno fare certi dipendenti sorprenderebbe anche il branco di volpi più scaltre. Sul posto di lavoro il superfurbo è in grado sottrarre, come una formichina, montagne di piccoli beni: minuterie per la casa, per l’ufficio, per il fai da te, prodotti di bellezza, prodotti per la cucina, per il giardino, generi alimentari, per l’abbigliamento della persona, giochi e svago, passatempi e naturalmente anche denaro. Accompagnatrici, badanti, colf, giardinieri che trasportano sistematicamente in bottigliette di succhi di frutta il fabbisogno giornaliero dei vari prodotti che usano durante il loro lavoro.

Cassieri che sottraggono sistematicamente piccole somme dalle casse ed altre simili. Tecnici ed operai capaci di attrezzarsi delle vere e proprie officine private Il fenomeno da luogo ad una migrazione illecita giornaliera di dimensioni inimmaginabili, meno male che c’è il senso di colpa che risarcisce minimamente in qualche modo il danno in essere.

 

Dott:ssa Elisabetta Vellone.


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