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I generi fotografici: la fotografia di paesaggio

Da Beppe @Fid2

La fotografia di paesaggio mostra gli spazi , a volte enormi e interminabili, del nostro mondo. La fotografia di paesaggio tipicamente cattura la natura, gli scenari, le vedute, ma può anche incentrarsi sulla fotografia di paesaggi artificiali e realizzati dall’uomo (paesaggi cittadini, per esempio). La fotografia di paesaggio è incentrata su di un’osservazione personale o un’esperienza, vissuta dal fotografo tipicamente durante un viaggio. Questo tipo di fotografia può comunque essere considerata come un vero e proprio stile di vita all’aperto, in cui il fotografo è direttamente coinvolto con la natura e gli elementi.

Molte fotografie di paesaggi mostrano poca o nessuna attività umana, al fine di immortalare una rappresentazione incontaminata della natura che abbia come soggetti secondari la morfologia, la uce ambientale e i fenomeni atmosferici. Come con la maggior parte delle forme d’arte, la definizione di una foto di paesaggio è molto ampia e può includere ambienti rurali o urbani, aree industriali o anche  fotografia naturalistica.

Esistono tantissimi fotografi di paesaggio tra i quali sicuramente possiamo annoverare Ansel Adams, Mark Gray, Galen Rowell e Edward Weston.

fotografia di paesaggio
By: Giuseppe MiloCC BY 2.0

I soggetti della fotografia di paesaggio

La fotografia di paesaggio comunemente coinvolge la luce e le caratteristiche naturali di terra, cielo e acqua, tutte caratteristiche fotografate da una certa distanza, anche se alcuni paesaggi possono coinvolgere soggetti posizionati nelle vicinanze, anche primo piano e a volte di notte.

La fotografia di paesaggio artificiale, come ad esempio campi coltivati, frutteti e boschi, giardini e aiuole, l’architettura ornamentale, i beni pubblici comuni o gli spazi privati può essere considerata fotografia di paesaggio. Anche la presenza di arte artificiale (ad esempio sculture) o di opere di ingegno (edifici, strade e ponti, ecc), se integrate in contesti artistici sono accettate nell’ambito della fotografia di paesaggio.

Tuttavia, l’uso dominante del termine “fotografia di paesaggio” generalmente fa  riferimento alla fotografia di paesaggio naturale di spazi aperti, con vedute che spaziano anche per decine di chilometri e con soggetti tipicamente stazionari. La fotografia di paesaggio spesso si sovrappone all’attività di fotografia naturalistica, tanto che le due accezioni sono spesso usate in modo intercambiabile.

fotografia di paesaggio
By: Ben Eekhof – CC BY 2.0

Le tecniche e la strumentazione

La fotografia di paesaggio in genere richiede un’attrezzatura fotografica relativamente semplice. Qualsiasi fotocamera digitale può essere utilizzata per fare questo tipo di fotografia, dalle compatte fino alle medio o grande formato. L’utilizzo di macchine fotografiche di grande formato, però, crea un problema in termini di limitata profondità di campo per una data apertura, il che richiede una maggiore cura nella messa a fuoco.

Le lenti

Per gli spazi aperti è preferibile utilizzare  un obiettivo grandangolare, consentendo questi un ampio angolo di visuale. Tuttavia, le lenti che spaziano da lunghezze focali medie fino ai teleobiettivi possono tranquillamente essere impiegati, soprattutto se la scena da fotografare non è vicinissima al fotografo, così come permettono di catturare particolari della scena che non sarebbe possibile fotografare con lunghezze focali minori.

fotografia di paesaggio
By: Giuseppe Milo – CC BY 2.0

I teleobiettivi possono anche limitare l’area di messa a fuoco al fine di consentire al fotografo di sottolineare una specifica area, ad una distanza particolare, lasciando il primo piano e lo sfondo sfocato. Altri obiettivi impiegabili per questo tipo di fotografia sono il fisheye (che permette di allargare ulteriormente la vista, oltre che introdurre una deformazione) o gli obiettivi macro per realizzare dei primi piani molto spinti.

Per quanto riguarda la tipologia di lenti, molti fotografi preferiscono utilizzare le lenti a focale fissa in quanto permettono di raggiungere una maggiore qualità e luminosità dell’immagine catturata rispetto agli obiettivi a lunghezza focale variabile.

Illuminazione e Flash

Normalmente, la fotografia di paesaggio tende ad essere fatta solo con luce ambientale, al fine di non stravolgere la scena che si sta fotografando.

In alcuni casi, tuttavia, la luce artificiale è raccomandata o addirittura inevitabile. Un uso attento del flash, di luce artificiale continua o di superfici riflettenti (riflettori) per “riempire” le zone d’ombra è spesso usato quando si fotografano spazi più ristretti come ad esempio piccole aree di foreste scure o dei giardini.

Da ricordare inoltre che, date le ampie distese di spazio aperto che tendono a dominare la fotografia di paesaggio, l’illuminazione artificiale è generalmente inefficace o persino distruttiva ( con il primo piano troppo illuminato e lo sfondo troppo scuro).

La luce dell’alba, del tramonto o la golden hour sono le luci preferite per fare questo tipo di fotografia in quanto la luce tende a riempire maggiormente la scena, generando immagini suggestive e attraenti.

Velocità dell’otturatore e apertura

I fotografi di paesaggio tendono a preferire impostazioni che consentano il fuoco su tutta l’area ripresa. Ciò richiede tipicamente una piccola apertura (un f-stop alto) al fine di aumentare l’area di messa a fuoco. L’uso di un’apertura piccola, però, costringe l’uso di una velocità dell’otturatore inferiore. Questo può essere un problema se ci sono elementi in movimento nella foto, come ad esempio animali (soprattutto uccelli), persone o veicoli. Anche il vento che scuote gli alberi può essere un problema quando si scatta con tempi alti: la soluzione di compromesso è quella di incrementare il valore di ISO o rinunciare ad un po’ di messa a fuoco aumentando l’apertura.

I filtri

I filtri possono servire una vasta gamma di scopi nella fotografia di paesaggio. Ad esempio un filtro polarizzatore (come ad esempio questo) può oscurare il cielo mantenendo al contempo immutata il resto della fotografia. I filtri polarizzatori aiutano anche nella riduzione delle riflessioni e rifrazioni dalle superfici lucide (acqua) o dai fenomeni di abbagliamento (neve e ghiaccio).

I filtri a densità neutra (come questo) possono contribuire a ridurre il contrasto o compensare le scene eccessivamente luminose (come immense distese di neve in pieno giorno). Questi  possono anche permettere tempi di posa più lunghi, specie se il fotografo vuole catturare il movimento (ad esempio: le cascate).

I  filtri UV riducono “purple fringing” causato dalla luce ultravioletta, soprattutto in caso di macchine fotografiche digitali. Sono consigliati anche da alcuni fotografi professionisti come protezione per le lenti,  soprattutto quando si è all’aperto o in situazioni di movimento.

Posizionamento e protezione

Una solida base per la fotocamera è importante per garantire immagini nitide e dettagliate, come può essere un treppiede. Inoltre, al fine di evitare qualunque tipo di vibrazione, è buona norma nel fotografare i paesaggi dotarsi di un remotizzatore fotografico.

Poiché la fotografia di paesaggio è normalmente all’aperto, è buona norma considerare una protezione dagli agenti atmosferici. Un contenitore impermeabile per la macchina fotografica, con essiccante interno è altamente consigliato.

L'articolo I generi fotografici: la fotografia di paesaggio è stato pubblicato su Fotografare in Digitale.


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