Sono un pò pericolosetti e si devono cuocere per perdere una loro modesta tossità. Uno studioso del ’600 il Tanara ne attribuisce due usi. Uno ormai non più noto , tramite distillazione per uso medicinale, l’altro invece come insalata primaverile.
Sono dei teneri germogli lunghi 10-15 centimetri che raccolti e dopo cottura con acqua, sale, prezzemolo e aglio, vengono messi in barattoli sott’olio. In questa conservazione assumono un colore scuro con gradevole sapore. Si conservano al buio e in luogo fresco.
Non bisogna cuocerle per troppo tempo altrimenti perdono di consistenza.
Come si usano? Per le frittate o nel ripieno di torte salate. In provincia di Ancona si mangiano in minestra con i quadrucci e i ceci. La produzione è modesta ma nell’Urbinate la domanda è in aumento.
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