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Il gioco dei grandi non è certo divertente come quello dei bambini. Non si tratta di ridere, di inventare regole o di divertirsi, si tratta di amare, di tradire e di puntare tutto contro la propria famiglia. Così facendo questi grandi appaiono ancora più infantili dei loro figli, incapaci di trovare un equilibrio, di delimitare le proprie emozioni o semplicemente di affrontarle.
Hank e Edith, borghesi e freddi, scrittore in blocco lui, casalinga disperata lei, e Jack e Terry, alcolizzata e irrequieta lei, padre protettivo ma insoddisfatto lui, si scontrano nelle loro serate cercando conforto e passione nelle braccia dell’altro. Tra Jack e Edith infatti, la relazione sembra andare oltre, mettendo in discussione il loro stile di vita e facendo crescere la speranza di un futuro assieme che possa colmare il grigiore del quotidiano dove tra discussioni, fraintendimenti e sesso egoistico la parola calore famigliare sembra scomparsa. Ma la loro relazione spinge anche i loro partner a incontrarsi in un gioco che si fa sempre più pericoloso e che incrina il precario equilibrio che si era riusciti a stabilire, con i segreti mai tanto velati e la situazione che, seppur sul filo del rasoio, resisteva. In tutto questo i figli appaiono come zavorre, che anche se coccolati o fatti divertire, non hanno il peso necessario per mantenere salda e unita una storia. In questa girandola infinita di incontri clandestini e litigi furiosi, sembra quasi di rivedere il quartetto imperfetto di Closer, dove la passione scattava irrefrenabile e dove ognuno finiva per rimanere tradito dall’altro. I toni sono qui meno teatrali, l’origine letteraria si sente anche nelle numerose citazioni che , professori, snocciolano ai loro studenti e che inquadrano alla perfezione la loro di storia. Nonostante il gran cast –Naomi Watts, Mark Ruffalo, Laura Dern e Peter Krause- gli attori appaiono un po’ appannati e ingabbiati nei ruoli che la sceneggiatura –premiata al Sundace Festival- non lascia sfogare. Gli scoppi d’ira, così, e il finale amaro che più volte inganna lo spettatore portandolo a pensare il peggio, dà però una ventata non tanto di ottimismo, ma di libertà che serve a risollevare i toni claustrofobici del film.
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Il film è andato in onda ieri sera su La Effe (canale 5) e sarà replicato domenica 23 alle 14:05 e lunedì alle 23.45
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