Negli ultimi mesi mi sono ritrovato ad acquistare, più o meno casualmente, le macchinine della Hot Wheels. Il perché è facile da spiegare: si trovano direttamente alle casse del supermercato. Mentre sei in fila e facile farsi ingolosire e poi… una tira l’altra. Un po’ come le caramelle.
Sicché, senza farmi prendere troppo la mano, ne ho comprate cinque nel giro di tre mesi (circa).
Visto che a me piace sempre approfondire, anche quando si tratta di inezie come questa, ho presto scoperto che gli appassionati adulti di macchinine sono numerosissimi. Il sito stesso delle Hot Wheels, per esempio, ci dà la possibilità di creare un profilo e di indicare tutti i modellini comprati. Segue una classifica aggiornata in tempo reale, una classifica a punti etc etc.
Questa storia di vita quotidiana ha un seguito.
Ultimamente mi sono interessato agli artisti/artigiani che ricavano dei macchinari steampunk utilizzando i Lego. Molti di voi già lo sanno, immagino, e in seguito creerò una gallery tematica.
La prima cosa che è ho fatto è stata chiedermi se esiste una linea ufficiale dei Lego “a vapore” (no, non esiste). Così sono finito sul loro sito e ho scoperto che del vecchio gioco a mattoncini che da ragazzino amavo tanto, è rimasto pochino. O meglio: l’evoluzione è stata impressionante.
Ad affiancare i Lego classici esistono infatti delle serie spettacolari, che strizzano l’occhio agli adulti e ai collezionisti (nonostante le indicazioni sulle scatole indichino, come età consigliata, i 13-14 anni).
Parlo, per esempio, di Lego Superheroes (anche in versione DC Comics), di Lego Dino e di Lego Pharaoh’s Quest.
Prodotti, questi, che senz’altro possono essere apprezzati più da un trenta-cinquantenne con certe passioni, che non da un tredicenne.
Vuoi per i temi trattati, vuoi per la cura dei dettagli, vuoi per il prezzo, spesso proibitivo, delle scatole coi soggetti più particolari.
Io stesso mi sono trattenuto a fatica dall’acquistare i pezzi più interessanti, soprattutto quelli – bellissimi! – della linea Pharaoh’s, con tutto il tripudio di mummie e antico Egitto che urla semplicemente: “COMPRAMI!“
Oddio, anche l’Iron Man versione Lego lo vorrei fortissimamente, per dirla tutta
A questo punto il dubbio è lecito: ma le aziende di giocattoli “old style”, cercano per caso di vendere più a un pubblico adulto, che non ai bambini?
Anche perché di bimbi che giocano coi Lego e con le macchinine, io ne vedo davvero pochi. Ora già a 9-10 anni smanettano col cellulare, che oramai fa da computer, videogame e altro.
Non che ci sia nulla di male, in una strategia di questo tipo. Solo che fa un po’ strano, tutto qui.
E voi? Acquistate ancora i “giochi dei grandi?”
(A.G. – Follow me on Twitter)