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I giornali e il neonato morto a Bologna: Quante sciocchezze!

Creato il 11 gennaio 2011 da Mirtus

I giornali e il neonato morto a Bologna: Quante sciocchezze!E’ di ieri la clamorosa notizia di un neonato di 20 giorni, figlio di clochard,  morto a Bologna per il freddo. Clamorosa perché è stata letteralmente inventata dai Giornali, o per lo meno gonfiata. Oggi il padre del neonato smentisce tutto e si scaglia contro quelli che hanno dato la notizia! Ecco le sue parole:

Non è vero che viviamo in strada, che siamo dei vagabondi. Abbiamo una casa in affitto, 460 euro per un buco in via delle Tovaglie, abbiamo difficoltà economiche e facciamo i salti mortali ma non siamo dei pazzi che tengono due neonati al gelo senza curarsene

Sergio Berghi, 43 anni, è  furente, arrabbiato col mondo e disperato. È alla pediatria del Sant’Orsola che si è consumato il suo dramma e quello della compagna Claudia, 36 anni, cinque figli avuti da tre uomini diversi e una vita segnata dalle tante difficoltà. Qui è venuto al mondo e se ne è andato dopo soli venti giorni Devid, uno dei due gemelli nati il 13 dicembre e morto in ospedale il 4 gennaio dopo essere stato raccolto da un’ambulanza in piazza Maggiore. Sergio continua il suo sfogo:

Sono pronto a togliermi il pane da bocca per i figli ma non c’è lavoro. Claudia faceva assistenza agli anziani ma quando ha avuto la bimba ha smesso. A novembre ho fatto un lavoretto ma mi sono rimasti cento euro. I problemi ci sono ma non siamo barboni, abbiamo una casa dove stare. Abbiamo mangiato dalla mamma di Claudia e poi ci siamo avviati a piedi verso casa — racconta — Ci siamo fermati in piazza Maggiore a salutare un amico e abbiamo visto che Devid era viola e giallo e respirava a fatica. Sono stato io a chiamare l’ambulanza. Nessun dottore ha parlato di freddo e stenti, ci hanno detto che è morto perché aveva il latte nella trachea», dice con rabbia: «Siamo tornati a casa ma a mezzanotte ci hanno chiamato perché era gravissimo». Ma perché non avete chiesto aiuto? «Nel 2007 abbiamo fatto richiesta per la casa popolare e stavamo preparando quella per l’assegno. Ma più di questo no, perché avevamo paura che ci togliessero i bimbi. Ma dalla morte di Devid nessuno dal Comune si è fatto vivo. Ora vorrei la casa popolare».

Incapacità genitoriale, sintetizzano i servizi sociali.  Sergio la risposta non ce l’ha ma precisa:

Sono nati di sette mesi, seguivano una terapia ma ci hanno detto che stavano bene. Poi le solite raccomandazioni, tenerli al caldo e avere cura che mangiassero. Secondo noi invece dovevano tenerli di più in ospedale.


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