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I giornali italiani e il nucleare: due pesi e due misure

Creato il 07 aprile 2011 da Pdigirolamo

La stampa italiana, si sa, non brilla certo per obiettività. Tuttavia, il comportamento di alcuni quotidiani nazionali a proposito della “questione nucleare” lascia davvero esterrefatti.

Nei giorni scorsi, tutte le principali testate nazionali hanno dato grande risalto sia alla decisione di Angela Merkel di chiudere sette centrali nucleari in Germania sia alla spinta antinuclearista che il governo Zapatero ha impresso alla politica spagnola.

Tutto vero, tutto giusto. Ma mi chiedo perché la stessa enfasi non sia stata riservata al discorso che Barack Obama ha tenuto alla Georgetown University di Washington il 30 marzo, nel quale confermava la scelta nucleare degli USA. E perché nessuna tra i principali giornali italiani ha riportato l’esito di un sondaggio condotto negli Stati Uniti dalla società specializzata Harris Interactive tra il 23 e il 25 marzo.

Ebbene, dal sondaggio risulta che il 63% degli intervistati si dichiara favorevole al nucleare (a fronte del 67% registrato prima dello tsunami), che il 41% è favorevole alla costruzione di nuove centrali (contro il 49% “pre-Fukushima”) e che gli antinuclearisti sono passati dal 32 al 39%, restando dunque una netta minoranza.

Invece di riportare questo tipo di notizie, la maggior parte dei quotidiani simula una presunta obiettività ospitando tra le proprie pagine i diversi punti di vista espressi da autorevoli personalità.

L’ultimo esempio ci viene dal Corriere della Sera di ieri, che ha pubblicato un articolo favorevole al nucleare (firmato dal responsabile per la sicurezza nucleare dell’Enea Stefano Monti) ed uno contrario (scritto da Walter Ganapini, membro onorario del Comitato scientifico Agenzia europea per l’ambiente).

Certo è meglio che niente. Tuttavia, il primo dovere di un organo di informazione è quello di diffondere le notizie; dar voce a opinioni diverse su uno specifico argomento può essere un interessante corollario ma non può certo rappresentare una soluzione “sic et simpliciter”.

Non mi stancherò mai di ripetere che la discussione è troppo importante per essere affrontata solo da un punto di vista emotivo non lasciando spazio alla razionalità; in questo, una corretta informazione potrebbe portare davvero un contributo importantissimo. Potrebbe, appunto.



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