La guerra in Libia continua, online invece si combatte una guerra virtuale, e, come scrive l’avvocato Francesca La Forgia, pacifista da sempre attiva nei movimenti:”…pensa che non sia una partita di calcio Nato-Gheddafi, in cui fare il tifo, e ha le mani nei capelli per molti commenti che ci sono in giro. Intanto ci voleva il rapimento di quattro giornalisti/e italiani/e perché realizzassimo, come Paese, il senso della complessità di una guerra e le sue conseguenze.” Qualche ora fa infatti al di là del Mediterraneo, in terra di Libia sono stati rapiti 4 giornalisti italiani: Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Domenico Quirico de La Stampa e Claudio Monici inviato di Avvenire. Secondo quanto riferisce l’emittente satellitare al-Jazeera il sequestro è avvenuto nei pressi di Zawiya, città della Libia nord-occidentale a 50 km da Tripoli. L’apprensione è alta e, secondo quando si legge su La Stampa, Quirico (reporter rapito) aveva mandato in redazione un articolo che riassumeva la situazione che poi si è andata profilando.
Su ADNK leggiamo che Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, riferisce la dinamica del rapimento: i quattro giornalisti stavano “andando, nel primo pomeriggio, in macchina verso Tripoli, quando sono stati fermati da un gruppo di lealisti che, dopo aver ammazzato l’autista, li ha portati in un appartamento. A quel punto hanno permesso al collega dell’Avvenire di chiamare con un telefono fisso la redazione del giornale per avvertire del sequestro”. La Farnesina lavora e la Presidenza del Consiglio segue la vicenda minuto per minuto. Di Pietro chiede al Governo di Idi riferire ”urgentemente alle Camere in merito al rapimento ”. ”Questo gravissimo episodio – aggiunge – conferma quanto sia importante che la comunità internazionale vigili sulla delicata fase di transizione che si sta aprendo in queste ore”. Intanto Il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton lancia un appello raccolto da ADNKRONOS-AKI: “Auspichiamo che i giornalisti italiani rapiti siano rilasciati sani e salvi il prima possibile”. Il rapimento “è una notizia davvero molto preoccupante”, ha sottolineato Michael Mann, ricordando che per Bruxelles i giornalisti presenti sul posto “stanno facendo un lavoro estremamente coraggioso e dovrebbe essere permesso loro di svolgerlo in sicurezza”. Mentre Franco Siddi, segretario della Fnsi, contattato dall’Adnkronos, annuncia di avere già attivato contatti con la sezione araba della Federazione internazionale della stampa ed esprime ”grande preoccupazione” per la sorte dei 4 giornalisti, ma anche ”molta fiducia” nella positiva conclusione della vicenda. Il presidente della stampa araba ”si sta attivando per i migliori contatti possibili”, assicura Siddi. a speranza, aggiunge, è che ”si tratti di un gesto dimostrativo, compiuto dai lealisti”. Un elemento di preoccupazione, osserva il segretario della Fnsi, è ”la notizia dell’uccisione dell’autista” mentre è ”un segnale positivo la telefonata consentita al collega di ‘Avvenire’ che ha rassicurato sulle loro condizioni”.
Quattro giornalisti italiani sono stati rapiti sulla tratta stradale Zawiya-Tripoli da un gruppo di lealisti, che ha ucciso l’autista che stava conducendo il veicolo. I giornalisti sono stati poi trasportati in un appartemento nella capitale libica.
La Farnesina ha attivato tutti i canali nella capitale. “I giornalisti italiani rapiti in Libia, sono Elisabetta Rosaspina, Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Domenico Quirico de La Stampa e l’inviato di Avvenire”, ha dato conferma Bruno Tucci, il presidente della’ordine dei giornalisti del Lazio.
“Stiamo bene”, ha detto Claudio Monici, il giornalista di Avvenire, al quale, subito dopo il sequestro, è stato permesso di telefonare al giornale.
La vicenda secondo quanto si legge sono stati in principio fermati e rapinati da “criminali comuni”: lo ha dettro Sky tg 24 precisando che dopo essere stati spogliati di tutto i quattro sono stati “ceduti” alle milizie di Gheddafi, con molta probabilità attualmente si trovano in un appartamento a Tripoli, tra Bab Al-Aziziya e l’Hotel Rixos così ha dichiarato il console di Bengasi Guido De Sanctis, dopo essere riuscito a mettersi in contatto con uno dei giornalisti.
Gli inviati “stanno bene” ed hanno fatto sapere, nella telefonata, che al termine del Ramadan “sono stati anche rifocillati con cibo e acqua”. Dall’appartamento, ha aggiunto, si vede un noto centro commerciale di proprieta’ della figlia di Gheddafi.
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