Magazine Cultura
di Marco Righi (Italia, 2010)
con Marco D'Agostin, Lavinia Longhi, Gian Marco Tavani, Maurizio Tabani, Claudia Botti
VOTO: ****
C'è un ragazzino imberbe, che si fa le pippe in bagno ma che ha un libro di Tondelli sul comodino. C'è un padre che legge le preghiere a tavola con la moglie, ma di nascosto sbircia 'L'Unità'. C'è un 'popolo', quello di Sinistra, che ha perso il suo leader più amato e che vedere spuntare minaccioso il faccione di Bettino Craxi al telegiornale. Siamo nella campagna emiliana, l'anno è il 1984, il caldo opprimente sta per lasciare il posto alle serate fresche di Settembre, e la nuova stagione farà esplodere tutte le latenti contraddizioni obnubilate dall'estate, stagione falsa ed ipocrita per eccellenza ...
L'estate è quella della morte di Berlinguer, ma per papà William è già inverno. 'Come faremo ora, senza Enrico'? Questa è la sua unica preoccupazione, e il suo lavoro certo non aiuta. Lui di mestiere fa l'agricoltore, ed è tempo di vendemmia. Non so se vi è mai capitato di cogliere l'uva, è una di quelle attività che non richiedono preparazione, che disconnettono il cervello dal resto del corpo: le mani lavorano da sole e tu ti metti a pensare, a riflettere, a fantasticare... spesso non fa bene. E mentre i grappoli cadono nelle ceste, la testa lavora incessantemente, forse alla ricerca di una soluzione (e di un nuovo leader) che proprio non c'è.
Ma nella testa di Elia, adolescente carino e introverso, come (quasi) tutti i suoi coetanei, i pensieri sono ben diversi: vanno tutti a quella ragazza che ora si trova al mare a Cesanatico, mentre lui aiuta il babbo nella vigna. E alla quale non ha avuto il coraggio di dire niente. Tutto quello che gli resta di lei è una cartolina che fa da segnalibro. Fuori è caldo, gli ormoni ribollono, di notte non si dorme, ci vorrebbe proprio un bel temporale che lavasse tutto, che si portasse via una realtà che comincia a farsi sempre più stretta.
E il temporale puntualmente arriva. Anzi, un uragano. L'uragano Emilia, studentessa universitaria alle prese con la tesi che piomba nella vita di Elia con la forza un tornado: E' bellissima, adulta, disinibita. E' lì per ricavare qualche soldo e pagarsi un viaggio a Parigi, dove sogna di andare a vivere. Con o senza il suo ragazzo, tiene a precisare. Inutile dire che per Elia iniziano subito le 'relazioni pericolose' con la bella compaesana: per lui è l'inizio dell'età adulta, e nulla sarà più come prima.
Ovviamente non vi dico altro per non privarvi del piacere della visione di un'opera prima che, per una volta, non cerca nè di sorprendere per forza lo spettatore nè di tormentarlo con dubbi esistenziali e pianti repressi: il giovane regista Marco Righi è un tipo intelligente e umile che, al contrario di molti suoi 'colleghi' debuttanti, non si crede Orson Welles e non cerca di fare subito Quarto Potere... I giorni della vendemmia è un filmino succinto (dura 75 minuti) ma non esile, dalla storia non certo originale, ma con tutti gli 'ingredienti' al posto giusto: è una pellicola semplice, intima, acerba come i suoi protagonisti ma pronta a far sbocciare in chi la guarda gli stessi umori dei due ragazzi, ovvero complicità, freschezza, voglia di cambiare, ma anche una sottile inquietudine di fondo che, come ci si rende conto fin dalle prime immagini, non è affatto tipica soltanto di 'quell'età'.
Lo si vede, infatti, dal comportamento dei genitori (il babbo 'vedovo' inconsolabile di Berlinguer, la mamma bigotta e 'cieca' ai cambiamenti), e anche dal fratello maggiore di Elia, libertino, cittadino del mondo, ma ancora alla ricerca di un suo 'centro di gravità permanente'. Soltanto l'anziana nonna, apparentemente rincoglionita, in realtà capisce subito come vanno le cose, in virtù di un passato che ormai si è fatto fin troppo opprimente. Ed è uno dei personaggi più belli.
Siamo dalle parti di Io ballo da sola, e certi movimenti di macchina (specie quelli sul corpo della ragazza) sono davvero molto 'bertolucciani'. Ovviamente è un complimento per un piccolo film indipendente, costato pochissimo, realizzato in due settimane con mezzi di fortuna, e distribuito nelle sale solo grazie al coraggio e la tenacia della sua produttrice, la quarantenne Simona Malagoli, che ha creduto nel progetto fin dall'inizio e resistito a tutte le difficoltà. Il film è stato premiatissimo all'estero e apprezzato in tutti festival di cinema 'indie' ai quali a partecipato. Se passa dalle vostre parti, non fatevelo sfuggire.
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