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i giovani e il lavoro guardando nello specchio di regia

Creato il 19 luglio 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

 

i giovani e il lavoro guardando nello specchio di regia

Ogni fenomeno umano prima di manifestarsi, sotto forma di realtà o fatto osservabile, esiste già in termini di progetto, proprio come il “fenomeno albero” esiste in ogni progetto/ semino.

Pensando al problema dell’ occupazione, del diritto al futuro di ogni giovane, del diritto al lavoro viene da chiedersi cosa contiene il “progetto del governo” per la grave situazione in cui versa il paese e quando inizierà a germogliare per sollevare le tante persone emarginate e mortificate nei valori morali e materiali.  Da tale angolazione, gli apparati autorevoli dello stato diventano lo specchio nel quale cogliere i segnali degli eventuali progetti in lavorazione, o forma pensiero/intento, di ogni azione legislativa di recupero.

I nostri giovani arrabbiati e sconfortati sono più volte scesi in piazza urlando alle autorità dello paese la loro disperazione e il senso di abbandono: “ci state rubando il futuro” hanno detto più volte. Nel linguaggio comune si usa assimilare allo Stato di appartenenza il concetto di famiglia; la grande famiglia che dandoti i natali ti riconosce come membro di essa, ti accoglie ti accompagna, ti protegge e ti difende se necessario in cambio di un tuo operare regolato da leggi, norme e consuetudini tendenti a confermare e rafforzare l’identità e lo sviluppo del sistema stesso.  Rispolverando il caro principio della reciprocità, ogni cittadino è tale in quanto esiste uno Stato ed ogni Stato è tale in quanto esistono i cittadini. Tutti abbiamo bisogno di tutti.

Ma cosa succede se la grande famiglia smette di occuparsi della prole? Se invece di accogliere ed accompagnare trascura ed abbandona? Se invece di proteggere e difendere aggredisce e dimentica i suoi figli nelle zone più nebulose? Una famiglia, piccola o grande non cambia, che non sa prendersi cura dei propri figli ed operare per il loro benessere e per il futuro contemporaneamente al benessere dell’intero gruppo, non è una famiglia, ma solo una agglomerato di individui incapaci, opportunisti e speculatori che si nascondono dentro un ruolo vantaggioso soprattutto per farsi gli interessi personali. Secondo le leggi psicologiche la frustrazione del bisogno di appartenenza ed il bisogno di considerazione, dopo una prima fase di smarrimento, porta l’individuo a reagire. Le reazioni canoniche possibili generalmente sono di due tipi: che si arrabbia oppure che si deprime. Il nostro paese pullula di depressi e di rabbiosi: quale sarà lo scenario successivo?


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