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I giovani ed il linguaggio sui social network, l’Accademia della Crusca: “Non è nocivo per la lingua italiana”

Creato il 14 aprile 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Dicono stop agli anglicismi inutili però all’Accademia della Crusca sono convinti che “influisce meno di quello che si può credere sulla lingua italiana il linguaggio usato sui social network o nei messaggi. E’ uno strumento che ha i suoi limiti: non credo ci sia nessuno che confonda lo spazio del messaggio su un telefonino con quello che è l’esposizione distesa del proprio pensiero in una prova scolastica”. Purista ma aperto ai nuovi mezzi di comunicazione, il professor Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, risponde così sull’influenza del linguaggio e delle abbreviazioni usate sui social network dai giovani e sulla ricaduta sulla loro forma-pensiero e sull’uso della lingua italiana.

(cilentolive.com)

(cilentolive.com)

L’influenza sui giovani del linguaggio usato sui social network. “Se qualcuno fa questa confusione, inserendo un tipo di punteggiatura che non va bene, la scuola giustamente lo richiama all’ordine – aggiunge -. Quel tipo di linguaggio molto colloquiale che si usa in internet, quindi quella confusione tra scritto e parlato tipica del mezzo, non è nociva per la lingua italiana. Al tempo del telegrafo la lingua che si usava per comunicare non ha guastato la lingua italiana. Non credo che chi scrive perché con la k lo faccia sempre. Lo fa solo perché lì deve risparmiare spazio”.

Le speranze di Marazzini grazie alle Olimpiadi di italiano e le Giornate della lingua italiana. “Speriamo che le Olimpiadi di italiano e le Giornate della lingua italiana siano importanti per i giovani perché si inseriscono in un momento in cui non da tutte le parti c’è una giusta valutazione dell’importanza della lingua italiana. Noi speriamo che ci sia una congiunzione astrale favorevole che possa neutralizzare altre tendenze che sono estremamente nocive per la lingua italiana, a cominciare dal modo in cui è stato organizzato il Clil (Content and Language Integrated Learning) nelle scuole”. Marazzini parla a margine dell’apertura, a Firenze, delle fasi finali delle Olimpiadi alle cui selezioni hanno preso parte 21.000 studenti del biennio e del triennio delle scuole superiori di 758 scuole in Italia.

“L’idea che il mondo sia ridotto ad una sola lingua è un’idea che io non condivido”. ”C’è una valutazione giustamente importante delle lingue straniere ma ahimè in questo momento le lingue straniere sono una sola, l’inglese, e questo è un po’ strano. Come professore universitario e padre di una studentessa posso dire che tanti giovani dell’Italia settentrionale trovano lavoro dove si parla francese. Quindi l’idea che il mondo sia ridotto ad una sola lingua è un’idea che io non condivido. La piazza che abbiamo qui davanti alla sede della Crusca è la piazza delle lingue e allude ad una pluralità delle lingue europee e soprattutto alle lingue di cultura. Non bisogna vergognarsi a dire che ci sono lingue europee di cultura che hanno dato più cultura di altre, anche se adesso pare sia politicamente scorretto”. (ANSA)


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