Renzo Piano a Vieni via con me ha detto che i giovani dovrebbero andarsene dall'Italia per la curiosità di viaggiare, e poi ritornare. Non è la fuga la soluzione. Ho 24 anni, una laurea triennale in tasca e una magistrale appena iniziata, un curriculum discontinuo e tanti progetti in tasca, e mi rifiuto di credere che la fuga sia una soluzione.
Mi rifiuto di crogiolarmi nella rabbia contro un governo che non ci capisce e un'opposizione che ci capisce ancora meno, quella rabbia che ha portato tanti ragazzi a lanciare sampietrini a destra e sinistra in coda a quella che è stata una manifestazione compatta e pacifica.
Mi rifiuto di dire che non ho un futuro. Io voglio un futuro e voglio costruirlo. Per ogni giovane che si dispera ce n'è un altro che sta costruendo il suo futuro: studia, si sbatte, diventa imprenditore. Non si arrende. Perché i media non danno mai spazio ai giovani che ce l'hanno fatta? Perché sanno solo parlare di (1) laureati precari (2) assenza di falegnami, idraulici e carpentieri? Come dire: fermatevi alla terza media e andate a fare i falegnami, che se studiate finirete incazzati neri su un tetto, poi in piazza a lanciare sampietrini rischiando l'arresto e (forse) il simil-Daspo, poi ancora all'estero perché in Italia non c'è speranza.
Io voglio studiare.
Voglio lavorare.
Voglio lavorare nel settore per cui ho studiato.
Voglio lavorare nella mia città.
Voglio alzarmi la mattina contenta e orgogliosa perché faccio le cose che amo.
Voglio il mio futuro.
E me lo vengo a prendere.