I giurati di Creep Advisor
Il concorso Creep Advisor vi è già stato presentato (QUI trovate il bando completo), ma quello che non sapevate è che a selezionare i testi sarà una giuria d’eccezione. Abbiamo scelto per voi sette autori di storie dell’orrore, uno più interessante dell’altro!
Ve ne presenteremo uno alla volta.
Partiamo da:
DANILO ARONA
Danilo Arona, classe 1950, giornalista, scrittore, musicista, ma anche ricercatore sul campo di “storie ai confini della realtà”, critico cinematografico e letterario. Al suo attivo: un incalcolabile numero di articoli disseminati qua e là tra giornali locali (“Il Piccolo” di Alessandria, “Notes”, “La Stampa” e “La Guida della Notte”, creazione del compianto Nico Seminerio) e riviste varie (“Robot”, “Aliens”, “Cinema&Cinema”, “Focus”, “Primo Piano”, “Carmilla”, “HorrorMania” e “Il Corsaro Nero”); saggi sul cinema horror e fantastico (“Guida al fantacinema”, “Guida al cinema horror”, “Nuova guida al fantacinema – La maschera, la carne, il contagio”, “Vien di notte l’Uomo Nero – Il cinema di Stephen King” e “Wes Craven – Il buio oltre la siepe”) e saggi sul Lato Oscuro della Realtà (“Tutte storie”, “Satana ti vuole” e “Possessione mediatica”).
Da anni si dedica stabilmente alla narrativa, elaborando un personale concetto di horror italiano, legato alle paure del territorio, forse in grado di dimostrare che la nostra solare penisola è uno dei più vasti contenitori mitologici del pianeta: ormai decine sono i titoli dei suoi romanzi e dei suoi racconti presenti su prestigiose e innovative antologie.
(Biografia completa: http://www.daniloarona.com/index.php?option=com_content&view=article&id=51&Itemid=55)
Danilo Arona è sicuramente una delle figure più conosciute nel campo dell’horror italiano. Autore di saggi, racconti e più di quaranta romanzi, si è distinto prima come critico cinematografico e successivamente come narratore operante nei campi del fantastico. Saggista esperto di horror, fantasy e fantastico in genere. Uno scrittore eclettico e ispirato. Dunque, sceglierlo come giurato per Creep Advisor è stata per noi una conseguenza praticamente spontanea. Chi, meglio di lui potrebbe giudicare i racconti da inserire in un’antologia “alternativa” come Creep Advisor?
I suoi ultimi lavori:
- La croce sulle labbra
Titolo: La croce sulle labbra
Autori: Danilo Arona – Edoardo Rosati
Editore: Edizioni ANordest
Formato: cartaceo
Prezzo: € 12,90
Trama:
Guana, un remoto angolo di paradiso nel mare delle Antille. Ma in una sola notte il paradiso sprofonda all’inferno e la morte dilaga, mentre centinaia di nativi abbandonano l’isola in fretta e furia.
Mesi e mesi dopo a Milano uno strisciante orrore invisibile inizia a diffondersi come un inarrestabile morbo letale. Qualcuno ne conosce l’origine: quella piccola scheggia di terra nel Caribe. Misteriosi emissari tribali, sanguinarie eruzioni di furia omicida, devastanti mutazioni dei corpi e delle anime, un enigmatico e antico culto che celebra le sue nozze immonde con la medicina oscura e deviata. IL più inaspettato degli incubi per tre coraggiosi medici impegnati in una corsa disperata contro il dilagare di un flagello capace di annientare la metropoli. E tutti i suoi abitanti.
- Io sono le voci
Titolo: Io sono le voci
Autore: Danilo Arona
Editore: Edizioni Anordest
Formato: cartaceo
Prezzo: € 12,90
Trama:
Da sempre in Italia avvengono omicidi inspiegabili che sembrano trovare una loro magra giustificazione nella ferocia esibita.
Dagli anni Sessanta poi è in atto un’escalation. Prima in una città di provincia nel nord Italia. Poi a Milano nel decennio successivo con giovani donne trucidate attraverso modalità di raro sadismo. Sino a quando ai giorni nostri una giovane e determinata giornalista investigativa, Cassandra Giordano, non scopre un impensabile filo rosso che collega delitti tra loro lontani nel tempo e nella geografia: la visione di certi film, il cosiddetto effetto Copycat, le voci nel cervello che ti spingono a uccidere emulando gli omicidi passati sullo schermo in tante famose opere cinematografiche.
Ma, una volta scoperchiato il vaso di Pandora, Cassandra ne diventa vittima, innestando una nuova e ancora più feroce serie di delitti per imitazione. Una sequenza sanguinosa che la vede morire, prima vittima della nuova ondata omicida, sotto il guanto artigliato del leggendario Uomo Nero di Elm Street, Freddy Krueger. Ma può essere possibile un crimine del genere nell’Italia contemporanea? Si tratta di uno o più assassini? Magari una nuova stirpe di psicopatici ben mimetizzati nella normalità quotidiana? Arianna Giordano, sorella minore della giornalista, e un coriaceo ispettore di polizia si lanciano nella più incredibile delle indagini: svelare l’enigma degli omicidi Copycat, giungendo a smascherare il più insospettabile dei serial killer. E Milano si trasforma in un sanguinario set cinematografico.
(Elenco completo dei suoi lavori: http://www.daniloarona.com/index.php?option=com_simplelists&view=simplelist&category_id=37&Itemid=54 )
Intervista
Per presentarvelo al meglio abbiamo deciso di intervistarlo. Per noi è stato davvero un onore. Vi lascio, dunque, all’intervista e alle sue risposte:
1) Recentemente sul nostro forum ci siamo posti una domanda: da dove nascono le idee?
Neil Gaiman, in questo articolo parla di confluenza e sogni a occhi aperti.
Ora questa domanda la giriamo a te: da dove pensi nascano le idee? E, soprattutto, da dove nascono le tue?
Devo convenirne, la tesi di Gaiman è azzeccata. E concordo. Confluenza, condivisione, trance ispirativa. Non sempre, per carità, queste entrano in ballo per i lavori più sentiti e credo più riusciti. Sono certissimo dell’esistenza di un luogo immateriale, fuori anche dal tempo, dove si vanno a pescare le più belle idee. Ho in più di un caso verificato con amici scrittori – Nerozzi, per dirne uno – di avere sfruttato tematiche e partenze quanto mai analoghe l’uno all’insaputa dell’altro (addirittura, il Nero si è trovato quasi “citato” da Dan Brown…). Per non parlare di certi presagi “letterari”, del tutto neutri nel momento in cui vengono prodotti, su una realtà in divenire, la nostra, quanto mai complicata e minacciosa: nel 2006 pubblicai Black Magic Woman per i fratelli Frilli, un horror supernatural con al centro il terrorismo internazionale che attaccava Europa e Occidente a suon di bombe e magia nera. Vedi tu, c’erano dei ghouls vestiti di nero devoti a un fumoso Culto di Iside (Isis). Non vado in giro a sbandierarlo. Ma la domanda resta: da dove vengono le (mie) idee? Forse un giorno, non troppo lontano, la fisica quantistica ci fornirà delle risposte.
2) Raccontaci, in cinque righe, quello che ti affascina del panorama fantastico.
Devo dire con assoluta sincerità che il panorama in Italia non è così entusiasmante. L’editoria che conta, oltre a pubblicare gli italiani con il lanternino, da tempo non traduce più autori anglosassoni di straordinario interesse, limitandosi a King, suo figlio e pochissimi altri. Il fascino della narrativa, anche come lettore, per me resta immutato, ma il contesto è deludente. In ogni caso, per non eludere la domanda, mi affascina la grande potenzialità del genere nell’esplorazione del mondo reale e dei suoi orrori.
3) Che rapporto ha l’immaginario orrorifico con la realtà? Perché si scrive horror, quando già il tg ci riporta continuamente notizie terribili? Per esorcizzare, per andare oltre, per… cosa? Insomma, per quale motivo hai scelto di scrivere horror?
La risposta continua e integra la bozza precedente di riflessione. L’immaginario orrorifico moderno è in grado di scandagliare il reale meglio di un fondo di Gramellini (con tutto il rispetto…). I miei lavori, da sempre, sono zeppi di “realtà” in quanto sono convinto che l’horror, per come lo intendo io, può investigare, a fondo e con sorprendente utilità sociale, la bieca attualità quotidiana. Di sicuro pesa un mio minimo trascorso giornalistico, ma tant’è… Nel mio primo horror, Un brivido sulla Schiena del Drago del 1987, parlavo della strage alla stazione di Bologna, del suicidio di massa della Guyana, del figlio di Sam e di Pol Pot. Troppo eretico persino per alcuni colleghi. Se mi concedi una paradossale quanto tragica conferma alla mia tesi, che l’horror sia divenuto oggi la realtà grafica e tematica del presente lo hanno ben capito le belve dell’ISIS che vogliono annegare – tramite immagini virali – l’inconscio occidentale in un un pozzo perenne di paura, quel che Paul Virilio chiama “l’attesa insostenibile della Catastrofe”.
4) Parlaci un po’ degli ultimi tuoi lavori: “La croce sulle labbra” e “Io sono le voci”. Cosa ti ha spinto a scriverli e cosa volevi comunicare ai lettori?
Appunto, quel che si diceva prima. Ossessioni contemporanee e attualissime. La croce sulle labbra, prodotto in tempi non sospetti, racconta di un morbo prionico che devasta Milano con modalità molto simili a quelle del virus Ebola. Io sono le voci è l’allegoria in chiave thriller – ma un thriller alla mia maniera… – delle conseguenze delle immagini virali sulle menti modulari. Per dirla meglio, un’elaborazione fantastica di quella “possessione mediatica” di cui scrivevo nel ’98 con l’amico psichiatra Pierangelo Garzia. In due parole, un libro decisamente “forte” sulla casistica, in realtà solo americana, dei Copycat Movie Killers, personaggi schizzati che compiono omicidi ispirati dalla visione di certi film.
5) Qual è, fra i tuoi mille progetti, quello che ti sta più a cuore? Il libro che ti è rimasto dentro?
Nessun dubbio, L’estate di Montebuio. Scrivevo anche di me e per qualche misterioso motivo attraversavo uno stato di grazia. E poi lo lavorai assieme al mai troppo compianto Paolo De Crescenzo della Gargoyle Books. Un uomo preziosissimo che ci ha lasciato troppo presto.
6) Parlaci un po’ dei tuoi lavori futuri. Cosa possiamo aspettarci prossimamente?
Un romanzo di 500.000 battute prodotto a quattro mani con una straordinaria sceneggiatrice romagnola, sviluppo di parecchie mie tematiche passate e non ancora del tutto espresse. Ci stanno dentro: l’Apocalisse, il relativismo della realtà, i mostri della mente ma… non posso ancora sbottonarmi. Per il resto, rispondo solo più alle “chiamate”. Se mi chiedono un racconto e se la paga (che può essere anche un sorriso – dipende da chi sorride…) è buona, si può fare.
7) Quali sono, secondo te, gli accorgimenti da seguire per scrivere una buona storia horror? Dai qualche consiglio agli autori che intendono partecipare al nostro concorso.
Fermo restando che non mi reputo affatto un modello da seguire, per me oggi una buona storia horror mi deve far diffidare della presunta “normalità” in cui ci illudiamo di vivere immersi. Scrivere col cuore, con la pancia, con i visceri. Schemini e piani di lavoro servono a patto di non divenirne schiavi. E poi sì… collegarsi, se ci si riesce, con quella “zona zero” cui alludeva anche Gaiman. Ognuno, con autentica velleità di scrittore, sa come fare. Ognuno ha il suo starter psicotropo… Il mio continua a essere il cinema.
Ringraziamo di cuore Danilo Arona per essersi reso disponibile a collaborare al nostro progetto!