Magari i poli opposti si attraggono. Decidono di sposarsi dopo poco che stanno assieme, soli sette mesi.
E' la storia d'amore della vita o l'azzardo più grande che abbiano mai fatto?
Tra i loro amici si aprono le scommesse: al massimo danno al loro matrimonio un anno di vita.
Riusciranno Nat e Josh a smentire quelle malelingue che li circondano?
Sono passati più o meno venti anni da quando, come un fulmine a ciel sereno, arrivò Quattro matrimoni e un funerale a riscrivere le regole della commedia sentimentale aggiornandole alla balbuzie affettiva dei trentenni di allora.
E dopo il fortunatissimo film di Newell si è aperto un vero e proprio genere cinematografico sia al di là dell'Oceano che al di qua che però non ha mai raggiunto la grazia e la perfezione di quel magico film.
I give it a year non parla di matrimoni e funerali : parla solo di un matrimonio frutto di una relazione dai tempi veloci, pure troppo e di due persone totalmente incompatibili tra di loro che sull'onda dell'entusiasmo del momento si sposano, quasi provassero un nuovo giocattolo o volessero provare a loro stessi che si amano , che sono la persona giusta l'uno per l'altra.
Cosa che non appare così evidente a quel covo di vipere che hanno attorno.
E che si appalesa presto in un matrimonio privo di slanci e pieno di divagazioni: nessuno dei due è disposto a venire meno alle proprie abitudini, entrambi sono troppo occupati da loro stessi per accorgersi del partner.
Naturalmente ci si mette anche il diavoletto che frappone sulla loro strada un fascinosissimo capitano d'industria e una vecchia amica che illanguidisce ogni volta che vede Josh.
Scritto e sceneggiato da Dan Mazer ( sodale di Sacha Baron Cohen sin dai tempi di Ali G, sceneggiatore di Borat e di Bruno) e con la presenza nel cast di Stephen Merchant , partner artistico di lungo corso di Ricky Gervais, è un film che vorrebbe coniugare al meglio la commedia sentimentale stile Notting Hill o Love Actually ( i produttori sono gli stessi ) con la demenzialità e l'irriverenza tipica di un Sacha Baron Cohen.
Il problema è che queste due anime non riescono mai a fondersi tra di loro in una vera sinergia dando al film un aspetto un po' slegato.
Da una parte la classica rom com , che più classica non si può e che non brilla certo per originalità di scrittura o per particolare verve e dall'altra qualche sussulto, pochi in verità , in cui viene fuori la scorrettezza politica di Mazer e anche di Merchant che nella parte dell'amico dello sposo si avventura in discorsi assolutamente fuori del bon ton matrimoniale.
A conti fatti, da buon tamarro inside che vuole farsi sempre qualche grassa risata, personalmente ho preferito la parte comica mentre quella della descrizione di una relazione matrimoniale spinosa non mi ha solleticato più di tanto.
Rafe Spall ( figlio del grande Timothy) nella parte di Josh e Rose Byrne nella parte di Nat cercano di dare il meglio ma non bucano lo schermo ed è grave soprattutto per la Byrne che avrebbe tutto per sfondare e invece sembra che non riesca mai a percorrere quel passo che la divide dalla consacrazione definitiva nel divismo internazionale.
Meglio il fascino stile Hugh Grant di Simon Baker e Anna Faris che modula la sua verve comica recitando sempre ad occhioni sbarrati in un personaggio più buffo che comico.
Evitabile ma in giro c'è di peggio.
PERCHE' SI : Stephen Merchant e i suoi discorsi astrusi, qualche punta di irriverente comicità, Rose Byrne in completino intimo rosa.
PERCHE' NO: solita rom com che non dice nulla di nuovo, Rose Byrne è bella, anche brava ma di questo passo non sfonderà mai....
( VOTO : 5,5 / 10 )