QUESTO BELLISSIMO AUGURIO MI VIENE DAL BRASILE, MA E' COME SE MI VENISSE DAL CUORE.E NON POSSO FARE ALTRO CHE CONDIVIDERLO CON VOI.AUGURI DI OGNI BENE. don Aldo Antonelli
Dio
doveva sentirsi triste
nella beatitudine dei cieli
mentre vedeva
i suoi bimbi
- lo siamo tutti, da sempre,
ma alcuni più degli altri -
sfibrarsi
appassire e morire
nelle macerie
a cui abbiamo ridotto
così spesso
il suo mondo.
Non c’è felicità senza l’altro,
neppure se si è in Tre.
Così decise
di scivolare giù
dal paradiso
nella forma del figlio,
lasciando il suo io divino
per diventare
semplicemente
il noi di tutti.
Incorporando
i nostri dolori
per alleviarcene
se mai fosse possibile,
o dire almeno:
sono qui con te;
e posando,
trascorsi nove mesi
nel seno di una donna
che gli traducesse
la misericordia divina
in linguaggio umano,
posando
in una mangiatoia.
Per darsi da mangiare.
E fu il suo primo altare
e il presepe la prima
allusione - laica –
all’Eucaristia.
Il legno,
le croci di ogni tempo e luogo;
le punture del fieno,
le ferite del mondo;
le fasce,
i teli che avvolgono ogni piaga
o nascondono
lo scandalo delle morti.
Gli angeli,
l’unica e ultima traccia di Dio,
il suo vangelo di pace;
i pastori,
i poveri disposti a cospirare
per il Regno
– la vita come dono -;
i vagiti del bimbo,
la risurrezione,
ogni volta di nuovo.
Questo è stato
Natale.
Il suo Natale.
A questo ci convoca.
Troviamoci, allora,
a Betlemme,
la Casa-del-pane.
Condiviso.
È quanto ti/si augurano i tuoi fratelli e sorelle
della Comunità “Evangelho é Vida”
del Bairro Rio Vermelho di Goiás