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I Grandi del Blues: 49 - Howlin' Wolf

Da Robertocassandro
I Grandi del Blues: 49 - Howlin' Wolf

Chester Arthur Burnett (1910 – 1976) chitarrista e armonicista, è considerato uno dei massimi esponenti del Chicago Blues.

E' il primo bluesman ad avere subito un grosso riscontro commerciale e finanziario,
successo che lo ha sempre accompagnato fino alla sua morte.

Imponente, alto 198 cm e con 136 kg di peso,adottò il nome che lo ha reso famoso negli anni 20 in ricordo, come lui stesso raccontava, delle storie di lupi che gli raccontava il nonno.

La musica di Wolf è un blues energico che ha fatto scuola, i suoi brani più famosi come Smokestack Lightnin', Back Door Man e Spoonful hanno decretato gli standard del blues e del blues rock.

I Grandi del Blues: 49 - Howlin' WolfVive nel blues già bambino, Charlie Patton gli insegna a suonare la chitarra, Sonny Boy Williamson II l'armonica, ma non scappa di casa per andare a suonare, come abbiamo visto in molte biografie, ma vive in campagna e aiuta il padre nell'azienda agricola.

Anche in questo la sua storia si differenzia da tutte le biografie che abbiamo visto insieme, non è un disadattato, non soffre per il razzismo, non ha problemi finanziari, non farà mai abuso di alcool o droghe, unisce la sua passione per la musica al suo lavoro nell'azienda paterna.

Per tutti gli anni prima della seconda guerra mondiale suona con maestri del blues come Honeyboy Edwards, Sonny Boy Williamson II, Robert Johnson, Robert Jr. Lockwood, Willie Brown e Son House.

Nel 1948 forma la sua prima band con i chitarristi Willie Johnson e M. T. Murphy, l'armonicista Junior Parker, un pianista ricordato solo come Destruction, e il batterista Willie Steele.

Cominicia a suonare professionalmente e fino al 1951 riesce ad alternare la sua passione al suo forte legame con la terra.

I Grandi del Blues: 49 - Howlin' Wolf

Nel 1951,a 41 anni, incontra Sam Phillips, il celebre produttore che abbiamo già incontrato diverse volte in questa nostra storia,che capisce subito l'enorme potenziale di Wolf e lo spinge a tentare l'avventura discografica.

Howlin Wolf è un caso unico nella musica di quegli anni, un musicista contadino, senza problemi economici, che solo a 41 anni decide di dedicarsi completamente alla musica, senza colpi di testa, senza aver vissuto on the road come tanti artisti del blues e del jazz.

Nel 1951 inzia così ad incidere e lo fa contemporaneamente sia per la Modern Records, dove collabora con Ike Turner sia per la mitica Chess con la quale registra How Many More Years il suo primo disco, e che comunque poi diventerà la sua casa discografica.
Si trasferisce a Chicago, forma la sua band con Joseph Leon "Jody" Williams e Hubert Sumlin, che diventerà un componente fisso del suo gruppo, nonostante il passaggio negli anni di chitarristi come Willie Johnson, Jody Williams, Lee Cooper, Otis "Big Smokey" Smothers, suo fratello Abe "Little Smokey" Smothers, Jimmy Rogers e lo stesso Buddy Guy.

I Grandi del Blues: 49 - Howlin' WolfLa collaborazione fra i due artisti sarà costante negli anni e tutti i capolavori di Howlin nascono anche da questa simbiosi, da come Hubert riusciva ad interpretare le idee di Wolf e farle proprie.

Hubert Sumlin è ancora attivo ed è una delle ultime leggende viventi del blues.

Inizia subito il successo con How Many More Years, Moanin' at Midnight,Smoke Stack Lightning e I Asked For Water.
Nel 1959 il suo primo album Moanin' in the Moonlight, una compilation dei suoi successi.
Nel 1962 pubblica l'album omonimo Howlin' Wolf, un album famoso che ha fatto letteralmente la storia del blues, con brani come Wang Dang Doodle, Goin' Down Slow, Spoonful e Little Red Rooster, diventati negli anni repertorio fisso di tutte le band che suonano Chicago Blues.

I Grandi del Blues: 49 - Howlin' WolfHowlin, insieme a Muddy Waters, è una figura centrale di questo stile, molto bello e orecchiabile, che deve il suo nome, come abbiamo già visto nelle pagine in cui parlo dei diversi stili,alla zona in cui nasce e si sviluppa, in questo caso la zona di Chicago.
Entrambi poi si avvalgono della collabarazione di Willie Dixon grande bassista e compositore, altra colonna di questo stile, coautore di brani come Spoonful, I Ain't Superstitious, Little Red Rooster, Back Door Man, Evil, Wang Dang Doodle.

Nel 1964 è in tour in Europa su invito dei Rolling Stones, che avevano già inciso la sua Little Red Rooster nel loro primo album.
Nel 1967 incide con Bo Diddley e Muddy Waters un album mitico The Super Super Blues Band, un album splendido con i loro successi reincisi insieme.
Nel 1970 con Hubert Sumlin e Jeff Carp all'armonica registra Howlin' Wolf London Sessions, un altro album splendido suonato con i nomi del British Blues Rock, Eric Clapton, Steve Winwood, Ian Stewart, Bill Wyman e Charlie Watts.

Nel 1973 il suo ultimo album The Back Door Wolf.

La sua salute comincia a peggiorare alla fine degli anni 60 e dopo diversi infarti muore nel 1976 per un tumore ai reni.

I Grandi del Blues: 49 - Howlin' WolfHowlin ha sempre conosciuto il successo sin dai suoi inizi, uomo dalle radici ben solide, non ha mai ceduto a droghe o alcool, ha sempre sfruttato il suo enorme talento in modo intelligente senza mai eccedere nel lusso, senza mai dimenticare le sue origini contadine.

Howlin è un caso raro nella musica moderna, e ancora di più per un nero in quegli anni, un uomo come detto solido nei suoi principi,imponente nell'aspetto, dotato di un talento fuori del comune, ha scritto la storia del blues ma sempre con modestia.

Non ha mai rincorso il successo e forse per questo, per come riusciva a gestirlo,non gli è mai mancato e lo ha sempre accompagnato fino alla sua fine prematura.

I Grandi del Blues: 49 - Howlin' WolfI suoi brani sono parte integrante della storia della musica moderna, il suo stile, la sua voce, il suo modo di suonare, una base essenziale per chiunque si avvicini al blues sia come musicista che come appassionato.

Il suo essere artista contadino ha creato il mito ed un esempio per chiunque si avvicini alla musica e all'arte in generale.

Discografia

1959: Moanin' in the Moonlight
1962: Howlin' Wolf Sings the Blues
1969: The Howlin' Wolf Album
1971: Message to the Young
1971: The London Howlin' Wolf Sessions
1972: Live and Cookin' (At Alice's Revisited)
1973: The Back Door Wolf

Sono pochi album ma tutti stupendi, tutti specchio di uomo che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica blues.

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