Fine dell’anno e tempo di classifiche e bilanci. Il 2014 appena concluso ha portato un anno di cinema senza dubbio stimolante, con pellicole di svariate tematiche e stili, dirette sia da emergenti che da affermati autori. Lo si dà spesso in crisi, ma in fondo il cinema, attaccato e più volte dato per morto, alla fine è sempre lì, che propone e riflette sul mondo e su se stesso. E alla fine i cinefili e gli appassionati sono ancora a guardare ed immaginare, provando ad andare oltre il proprio sguardo e oltre lo sguardo dei film, i quali raccontano molto più di quello che mostrano. E proprio questa si può considerare la linea di connessione tra le uscite in sala nel 2014: film che guardano altrove e che si trasformano. La classifica del sottoscritto dei migliori film usciti nel 2014 in Italia prova a seguire tale percorso, tra soggettività e merito, tra emozione e, appunto, sguardo…
10. LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SPLENDENTE
Presentato al 67° Festival di Cannes, La storia della Principessa Splendente è l’ultimo film diretto dal maestro dell’animazione giapponese Isaho Takahata. Tratto da Il racconto di un tagliabambù, l’opera di Takahata cerca e trova la delicatezza di stile e di contenuto, senza perdere in complessità e raffinatezza. Girato con la tecnica dell’animazione tradizionale, La storia della Principessa Splendente è pittura in movimento grazie al suo tratto poetico e stilizzato, leggero e semplice quanto elaboratissimo. Ed è soprattutto è un melodramma struggente, un racconto di formazione che commuove.
9. THE COUNSELOR – IL PROCURATORE
Un avvocato di successo (Michael Fassbender) è in difficoltà economica. Per guadagnare dei soldi, decide di entrare in un traffico di droga milionario ma pericoloso. Per l’avvocato è l’inizio della fine, e verrà risucchiato in un incubo mortale. Basato sulla prima sceneggiatura per il cinema scritta dal celebre Cormac McCarthy, The counselour – Il procuratore è diretto da Ridley Scott. Con un cast di nomi eccellenti (Fassbender, Javier Bardem, Penélope Cruz, Cameron Diaz), Scott realizza col supporto di McCarthy un thriller-noir apocalittico e nero come la pece, in cui il senso di fine e di morte è tangibile in ogni sequenza. Il nichilismo del mondo di McCarthy insieme allo stile registico di Scott per un’opera inquietante e bellissima.
8. L’IMPOSTORE
Nel 1994 in Texas un ragazzino di nome Nicholas Barclay scompare dalla propria casa senza lasciar traccia. Viene ritrovato tre anni dopo in Spagna e afferma di essere sopravvissuto a un rapimento e a torture. Nonostante i dubbi, la famiglia vuole riaverlo con sé, ma al ritorno il ragazzo si mostra completamente diverso da come era prima. E se non fosse Nicholas? Per il suo esordio al cinema, il regista inglese Bart Layton sceglie di raccontare la figura di Frederic Bourdin, detto “Il Camaleonte”, uno dei più famosi ladri d’identità al mondo. Tra cinema e documentario, Layton alterna interviste e testimonianze ai veri protagonisti della vicenda, con una ricostruzione da fiction. Ma non si sa cosa sia vero e sia falso, chi mente e chi no, e forse la rappresentazione è più veritiera della realtà. Un film / documentario teso come un thriller e avvincente come una spy-story.
7. IL REGNO D’INVERNO – WINTER SLEEP
Aydin (Haluk Bilginer) è un ex attore che gestisce un albergo nella regione dell’Anatolia assieme alla sorella Necla e alla giovane moglie Nihal. Con l’arrivo dell’inverno, l’albergo si trasforma non solo in luogo di protezione, ma anche nel teatro per le tensioni dei personaggi. Premiato con la Palma d’Oro al 67° Festival di Cannes, il nuovo film di Nuri Bilge Ceylan accetta la sfida di raccontare l’animo e la coscienza umana. Cinema d’autore, lungo ma necessario, formalmente impeccabile e densissimo nei contenuti. Un’opera sull’uomo, sul senso delle scelte passate e ovviamente sulla vita. Richiede impegno, ma ne vale la pena.
6. GUARDIANI DELLA GALASSIA
Forse il cine-comic definitivo, un film con cui gli altri prodotti analoghi dovranno fare i conti. Il regista James Gunn adatta uno dei fumetti meno noti della Marvel e realizza un’avventura sci-fi dalla straordinaria leggerezza, libera ed anarchica e che omaggia lo spirito delle opere di Steven Spielberg e i Guerre stellari di George Lucas. Ma quello che sorprende è la consapevolezza cinematografica di essere indipendente dal sistema cine-comic pur ricalcandone lo spirito migliore.
5. THE LOOK OF SILENCE
Dopo lo sconvolgente e straordinario L’atto di uccidere, Joshua Oppenheimer è tornato sul “luogo del delitto” e ha cambiato punti di vista: non più i carnefici degli stermini politici avvenuti in Indonesia nel 1965, ma puntando la macchina da presa sulle vittime, su chi in quegli assurdi omicidi ha perso tutto. Altra opera necessaria, l’altro lato della medaglia de L’atto di uccidere, per raccontare con estrema lucidità del rifiuto di responsabilità e della rimozione della coscienza umana di orrori passati. Oppenheimer si schiera con le vittime e cerca il pentimento negli assassini, ma quello che ottiene è uno sguardo nel silenzio, the look of silence appunto. Vincitore del Gran Premio della Giuria al 71° Festival di Venezia.
4. SNOWPIERCER
In un futuro post-apocalittico, l’umanità si è quasi estinta. Gli esseri umani rimasti vivono tutti all’interno di un treno, lo Snowpiercer. Il treno è diviso in classi sociali, dove chi abita la coda è il più disagiato e chi sta in testa è il più ricco. Basato sulla serie a fumetti Le Transperenceneige, Snowpiercer è il primo film in lingua inglese del regista sudcoreano Bong Joon-ho, autore di cult come Memories of murder e The host. Riflessione politica (il treno è un microcosmo sociale / sistema classista), grande abilità narrativa e nella costruzione della messa in scena, per un film più cupo di quel che sembra, in cui l’entusiasmo rivoluzionario iniziale si muta in lotta per la sopravvivenza.
3. FATHER AND SON
Ryota e la moglie Midori sono genitori del piccolo Keita. Un giorno però ricevono una telefonata dall’ospedale: Keita non è il loro figlio bilogico, l’ospedale ha commesso un errore e ha scambiato il bambino. Straordinario melodramma familiare e di estrema delicatezza formale. Hirokazu Koreeda continua con il suo cinema cristallino e semplice ma mai banale, pieno di sentimento ma mai retorico. Un film in cui le emozioni fluiscono da sole senza forzature, e in cui i gesti più veri e commoventi sono quelli più intimi.
2. SOLO GLI AMANTI SOPRAVVIVONO
Meraviglioso elogio all’arte e alla bellezza di Jim Jarmusch, che usa come protagonisti due vampiri millenari, interpretati da Tom Hiddleston e Tilda Swinton, e li eleva ad ultimi alfieri e protettori del bello contro un mondo morto dall’interno e rivitalizzato proprio da chi la morte l’ha già abbracciata. Suadente ed ipnotico, il film di Jarmusch coinvolge e affascina raccontando soprattutto una storia d’amore che attraversa i secoli.
1. SILS MARIA
Maria Enders (Juliette Binoche) è un’attrice di fama internazionale diventata celebre grazie al ruolo di una giovane seduttrice nella rappresentazione teatrale de Il serpente di Maloja. Quando un’attrice adolescente e in ascesa viene ingaggiata nel ruolo che l’ha resa famosa, e a Maria viene chiesto di recitare nella controparte più matura, le sue certezze iniziano a crollare. Per chi scrive, il film più bello ed emozionante dell’anno. Olivier Assayas realizza il suo capolavoro con una leggerezza di sguardo, di regia e di montaggio che lasciano a bocca aperta. Un film dalle molteplici chiavi di lettura, complesso eppure estremamente intimo. Juliette Binoche si riconferma attrice straordinaria e Kristen Stewart è un’eccellente sorpresa. Di cosa parla Sils Maria? “Semplicemente” della vita e del tempo (reale o soggettivo) che scorre. Lucido e contemporaneo, condito da una sconvolgente umanità.
| Leggi i commenti sull'articolo | Lascia il tuo commento