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I grassi e la salute

Creato il 28 luglio 2015 da Framiner
mcdonald 
Un eccessivo consumo di grassi si accompagna a disturbi che possono essere di lieve entità o divenire anche molto gravi.
L'attività del nostro organismo, per essere veramente regolare, richiede un apporto energetico equilibrato in modo che non si verifichino degli squilibri capaci di mettere a repentaglio le delicate interazioni che sussi­stono fra i vari organi. Per questo è necessario seguire sempre abitudini di vita che siano il più possibile lontani da eccessi sia alimentari sia fisici o psichici. Oggi la medicina ha messo in luce le interazioni organi­che responsabili della nostra salute. Una dieta squili­brata non diviene soltanto un fatto estetico o di difficol­tà digestiva. Diventa o, più giustamente, può diventare anche un fattore generale di alterazione dell'intera atti­vità organica, con conseguenze che, a volte, possono sboccare in situazioni impreviste. Così, un eccessivo consumo di grassi può portare alla comparsa di veri e propri stati di sofferenza organica e intralciare l'intera attività di organi che si reggono su un equilibrio molto preciso e facilmente alterabile. I disturbi di tipo generale sono soprattutto a carico dell'apparato
digestivo. Nei forti mangiatori di alimen­ti ricchi di grassi (lipidi) la digestione a volte appare difficile, prolungata, per cui insorgono quelle turbe ca­ratteristiche delle digestioni molto lente e difficili. A lungo andare, con il ripetersi di questi disturbi alimen­tari, compaiono tutti i correlati delle turbe digestive: cefalea, insonnia, facile irritabilità, stanchezza ecc. Inoltre, questi disturbi di carattere generale si accom­pagnano anche ad alterazioni del comportamento con una tendenza precoce alla rinuncia dell'attività fisica e la comparsa di una tendenza all'obesità. Vediamo ora quali sono i disturbi di tipo specifico.
Lipoidosi - È causata da un eccessivo e anomalo accu­mulo di grassi nelle cellule nervose (neuroni). La causa è di tipo metabolico, ereditario. Le differenti forme morbose raccolte sotto questo termine differiscono per la localizzazione del processo patologico e per l'età d'i­nizio. La diagnosi è relativamente semplice nei bambini, diventa più difficile negli adulti.
Iperlipemia essenziale - Alterazioni di tipo eredita­rio, contraddistinte da un aumento dei lipidi nel san­gue e da un siero di tipo lattescente. È caratterizzata dalla presenza eccessiva di trigliceridi. Anche il tasso di colesterolo presenta un aumento.
Arteriosclerosi - È indubbiamente la più importante di tutte le malattie in cui si ha un'alterazione del depo­sito di grassi (colesterolo, trigliceridi, fosfolipi, lipoproteine) all'interno della parete delle arterie, in conse­guenza della pressione presente nei singoli vasi. Infatti, quando i grassi presenti siano eccessivi, o la parete arteriosa abbia già qualche lesione oppure le molecole lipidiche siano particolarmente grosse, i grassi si depo­sitano fra la tunica media e l'intima dell'arteria. Il Cole­sterolo e gli acidi grassi finiscono così per costituire uno stimolo irritante sulla parete stessa del vaso. Si ha per­tanto una reazione di tipo infiammatorio: la conse­guenza è la formazione di un tessuto connettivo rigido, fragile che si spezza facilmente. Si ha così una serie di rotture vasali e di reazioni infiammatorie a catena, che aggravano sempre di più il processo iniziale. Il progredire dei due processi (accumulo dei grassi e reazioni di tipo infiammatorio) causa un aumento dello spessore della parete arteriosa e, in taluni casi, anche la formazione di particolari placche, chiamate "placche ateromatose", di colore giallastro, che presentano la particolarità di unirsi (confluire) fra di loro. Su queste placche, particolarmente nel caso in cui si siano ulcera­te, possono aderire le piastrine presenti nel sangue cir­colante. È questa la fase iniziale di quel processo che porterà poi alla formazione di un trombo e alla succes­siva occlusione del vaso sanguigno. Il trombo può, a sua volta, divenire il punto di partenza di frammenti (emboli) che, trascinati dalla corrente sanguigna, cir­colano fino ad andare a occludere vasi sanguigni di calibro minore, causando la comparsa di complicazioni anche gravissime in rapporto al tipo di vasi e alla regio­ne irrorata.
Secondo un'altra ipotesi, l'infiltrazione dei grassi nella parte arteriosa rappresenterebbe un fenomeno secondario, anche se molto importante dal punto di vista della quantità.
L'arteriosclerosi, per le sue caratteristiche, è stata defi­nita da taluni studiosi "malattia iceberg", giacché sintomi clinici si manifestano soltanto nel 5-10% dei sog­getti effettivamente colpiti. I sintomi sono, a loro volta, dipendenti dal tipo di regione interessata. Così, l'occlu­sione aterosclerotica di un vaso cerebrale può provoca­re la comparsa di turbe visive, difficoltà nell'articola­zione della parola, mancanza di memoria, assenze di tipo transitorio, disorientamento. La localizzazione cardiaca è, forse, la più conosciuta: possono comparire alterazioni del ritmo cardiaco (aritmie), dolori di tipo anginoso, insor­genza di veri e propri infarti miocardici. Se il processo morboso interessa i reni possono compa­rire ipertensione, disturbi della funzionalità renale. Nel caso di una localizzazione del processo alle gambe compaiono crampi, dopo che il paziente ha percorso trenta-quaranta metri, alterazioni della pelle e, se non si interviene rapidamente, anche manifestazioni gangrenose.
Lipodistrofia intestinale - Malattia piuttosto rara, di tipo cronicheggiante, caratterizzata da un'accumulo eccessivo di lipidi nella parete dell'intestino e dei linfo­nodi mesenterici.
La sintomatologia intestinale propria della malattia è preceduta, anche per periodi di anni, da manifestazioni di tipo artritico con dolore e ingrossamento delle arti­colazioni. I segni tipici della malattia sono invece costi­tuiti da scariche diarroiche, pressione addominale di tipo doloroso, dimagramento spiccato, anemia. La cute diventa grigiastra, la pressione sanguigna diminuisce mentre aumenta il senso di debolezza. La malattia evolve fra riacutizzazioni e remissioni per un periodo di tempo variabile.
La dieta consigliata - Tutte le forme morbose descrit­te, sia ereditarie che acquisite, richiedono una riduzio­ne dell'apporto di grassi nella dieta, per non accentua­re ulteriormente le manifestazioni morbose. Queste limitazioni alimentari sono soprattutto importanti per l'aterosclerosi in cui permettono di migliorare notevolmente le condizioni del paziente e di coadiuvare in maniera efficace la terapia medica. Sono alimenti consigliabili: minestre di riso, riso asciutto, paste asciutte senza uova,pastine glutinate condite con olio crudo, pomodoro fresco, poco formaggio parmigiano; grissini, gallette, pane integrale; verdure cotte o crude (il condi­mento sarà costituito da olio crudo e limone); soprat­tutto lattuga, cipolle, carciofi, carote, pomodori matu­ri.
Non si dimentichino neppure i legumi, sia freschi, sia secchi. Si potranno consumare anche formaggi freschi e non grassi.
Fra la frutta, si consiglia di dare la preferenza agli agrumi: limone, arancia, pompelmo, mandarino, infat­ti, grazie al loro contenuto di vitamina C, possono de­terminare la diminuzione del tasso di colesterolo nel sangue.
Sono alimenti proibiti: le minestre con brodi grassi, zuppe di pesce, minestroni, tortellini, ravioli, agnolotti, polenta. Pane troppo fresco, o salato o con eccessiva mollica. Sono vietate le carni grasse di qualsiasi tipo, i salumi vari, i pesci salati, i pesci grassi, i crostacei e i molluschi, le uova fritte o al burro, lo scatolame in genere, le fritture in genere, tutte le salse piccanti, la frutta acerba, la frutta secca, i peperoni, i cavoli, i funghi, i tartufi, i crauti, i cetrioli, il melone, il cocome­ro. Tra i formaggi si devono evitare quelli grassi molli, fermentati e piccanti.
Per quanto riguarda le bevande, sono vietati caffè forte, tè forte, vini, liquori, bevande troppo ghiacciate.



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