Il destino è tuo.
Giovane brillante e promettente politico inciampa su una sua goliardata e rischia di rovinare per sempre la sua carriera. Lui è testardo, decide il giorno stesso della sconfitta che avrebbe ricominciato. Si capisce che alla fine vincerà. E’ lui il fautore del suo destino ma, non è così. Nel bagno degli uomini trova una bella ragazza e se ne innamora immediatamente, poi, apre una porta di un ufficio e vede quello che non dovrebbe vedere: collaboratori, conoscenti, amici, futuri soci, tutti dormono mentre strani individui vestiti di nero e con il cappello in testa stanno maneggiando attorno a loro. Scappa, viene bloccato e gli dicono che tutti gli uomini da secoli, non sono liberi ma fanno quello che un “deus ex machina”, presidente, ha deciso. Tutti da secoli seguono a loro insaputa il disegno, del presidente. Tutti, hanno solo la libertà di seguire la strada già da altri decisa. Lui dovrà fare altrettanto e per cominciare, non pensare alla ragazza che ha incontrato per sbaglio in bagno. Neanche per sogno. Il giovane non ci pensa proprio a seguire le indicazioni che vengono dall’alto e segue il suo cuore. Tutto il film è un susseguirsi incalzante fra il bisogno irrinunciabile del protagonista di seguire il suo istinto e il tentativo di boicottaggio del deus che agisce tramite i suoi pretoriani con il cappello. La trama è esile, il tema del libero arbitrio già ampiamente sviscerato. Ciò nonostante il film regge. Il protagonista, Matt Damon, quello di Hereafter è bravo, riesce a trasmette questa la forza dell’istinto, dell’amore, della pancia. Alla fine, ci importa poco di capire, svelare le incongruenze del film, come quelle mappe indecifrabili che i pretoriani con il cappello si portavano dietro. Il messaggio è che noi abbiamo un unico modo per scoprire, fare il nostro destino: ascoltare il cuore. Ci riesce.