Già definito da molti come il miglior film Marvel finora prodotto, è uscito con qualche mese di ritardo nelle sale italiane, che ovviamente d’estate propongono solo film che puntano al ribasso, mentre lasciano i film da pienone al botteghino quando inizia a fare freddo. La pellicola introduce un nuovo gruppo nel mondo MCU (Marvel Cinematic Universe), oltre a una grande varietà di personaggi che per un motivo e per un altro ritroveremo nei futuri film del filone o che comunque sono legati a stretto giro con la storia editoriale Marvel. Il film, inoltre, da un nuovo slancio alla Fase II del MCU e sotto molti punti di vista è effettivamente uno dei più interessanti mai prodotto finora. Mi scuso anticipatamente, ma il pezzo sarà un po’ più lungo di quelli che di solito faccio su questo blog (che di solito sono corti perché i canoni di scrittura-lettura su internet sono questi, non perché non abbia voglia di fare cose lunghe), perché vorrei un po’ dilungarmi sui personaggi e sulle novità introdotte nel film e fare per quanto possibile un raffronto con l’universo fumettistico, che sia d’aiuto al neofita del fumetto o a chi ne è totalmente a digiuno per capire le probabili scelte future dell’universo cinematografico della Marvel.
Protagonista totale del film è Peter Quill, aka Star Lord, ibrido umano-alieno che dopo la morte della madre viene rapito da un gruppo di predoni spaziali detto Ravagers. La scena passa dal 1988 – anno di morte della madre di Peter – al 2014, quando un cresciuto Star Lord tenta di rubare un’antica reliquia. Inseguito dai soldati di Ronan l’accusatore, dai cacciatori di taglie e dagli stessi Ravagers, Peter viene fatto prigioniero dal Nova Corps insieme a Gamora (figliastra di Thanos al servizio di Ronan) e a Rocket Racoon e Groot (cacciatori di taglie). All’intero nel carcere incontrano anche Drax il distruttore e insieme scappano dalla prigionia per raggiungere Ovunque, la testa mozzata di un Celestiale all’intero della quale è stata costruita una colonia mineraria e la base di Taneleer Tivan, aka il Collezionista, al quale tentano di vendere la reliquia, che si rivelerà poi essere una delle sei gemme dell’infinito. Sul posto arriva anche Ronan, in compagnia di Nebula – altra figliastra di Thanos – e ne conseguirà un enorme scontro.
Questa in breve la trama del film, che sotto tutti i punti di vista rispetta i canoni del MCU visti finora: azione e comicità (anche se c’è da dire che la comicità risulta essere un po’ più “matura” rispetto ai precedenti film). Il regista, James Gunn, fa il suo sporco lavoro dietro la macchina da presa, niente di più niente di meno. Comunque per uno che ha iniziato facendo film della Troma, sicuramente il traguardo raggiunto ha dell’incredibile. Dico subito, inoltre, che rispetto alle comuni critiche sul “film più bello della Marvel”, la cosa mi trova un po’ in disaccordo. Sono ancora convinto, infatti, che il lavoro fatto per Captain America – the winter soldier sia sicuramente migliore di quello fatto per questo film, complice con tutta probabilità la quasi totale assenza di comicità nella pellicola e il fatto che anche estrapolato totalmente dal MCU, il secondo film su Cap rimane un lodevole film d’azione, mentre se togliamo il contesto Marvel e tutte le cose introdotte a quest’ultimo da I Guardiani della Galassia, probabilmente il risultato non sarebbe stato lo stesso.Un ottimo film per la saga, comunque, che espande di molto l’universo cinematografico Marvel, che fino a questo momento aveva guardato oltre la Terra e Asgard solo durante il crossover Avengers, con l’attacco da parte dei Chitauri alla Terra e un piccolo cameo finale dello stesso Thanos.
Il cane che molti pensavano fosse Laika, nella base del Collezionista, in realtà è Cosmo, un cane superevoluto che nei fumetti attualmente è nella formazione dei Guardiani della Galassia
Passiamo ora alla parte veramente interessante: il confronto con l’universo fumettistico. Tanti, tantissimi i personaggi presi direttamente dai fumetti e rimessi in gioco in questa pellicola a partire, ovviamente, dalla squadra protagonista della vicenda. La primissima apparizione de I Guardiani della Galassia nei fumetti risale al 1969 con una formazione completamente diversa da quella attuale e da quella vista in questo film. A farne parte però all’epoca c’era Yondu, nel film interpretato da Michael Rooker (Merl di TWD) e a capo dei Ravagers che rapiscono e crescono Peter Quill. La storia editoriale di Star Lord, invece, inizia nei primi anni ’70, ma le origini tra film e fumetto sono notevolmente differenti. Nei fumetti, infatti, dopo la morte della madre Peter viene mandato in un orfanotrofio dal quale scappa per diventare un astronauta. Una volta nello spazio, poi, si imbatte in alcuni alieni con i quali viaggia fino a conoscere i suoi natali e il pianeta d’orgine del padre: Spartax. Peter è infatti un ibrido umano-spartoi, il cui padre è J’son di Spartax, imperatore del pianeta. Nella saga cinematografica, invece, pare che anche questo particolare sarà diverso, nonostante nel primo script del film la maggior parte delle vicende si svolgevano proprio su Spartax. Nella pellicola il padre di Peter viene descritto come un “essere di luce”, ma al momento non ci è dato sapere a quale razza possa appartenere.
Perfetti, invece, tutti gli altri membri del team dei Guardiani della Galassia a partire dal simpatico Groot (ora idolo delle masse). La maggior parte dei membri di questo gruppo fa parte di un revival editoriale che la Marvel inizia negli anni ’90, riportando alla luce vecchi personaggi della Silver Age, proprio come Star Lord. Il gruppo attuale dei Guardiani, però, non si formerà prima del 2007, quando lo stesso Peter Quill recluta i personaggi visti sul film (con qualche aggiunta). Nel film, inoltre, compaiono tantissimi personaggi presi dai fumetti sia tra i buoni che tra i cattivi: Nebula (qui interpretata da Karen Gillian), Ronan l’accusatore, Korath, Rhomann Dey e tanti altri.
Piccola delusione, invece, per quanta riguarda il Nova Corps, che poteva essere sfruttato in maniera migliore dagli sceneggiatori. Il corpo di polizia intergalattico, infatti, come accade per il corpo delle Lanterne Verdi nella DC Comics, è un gruppo militare che ha base su Xandar e la cui forza deriva dal mega computer Uni-mente. Xanadr nei fumetti viene distrutta per ben tre volte (mica male) e per questo il corpo cresce, fino a reclutare membri di altri pianeta, fra cui il terrestre Richard Rider. I poteri dei Nova variano in base al grado, quindi alla quantità di Nova Force alla quale possono accedere e vanno dal volo alla velocità della luce, alla superforza, fino alla possibilità di lanciare fasci di energia. Nel film, invece, il Nova Corps sembra essere tutto tranne un gruppo di uomini potenziati…anzi, usano navette spaziali e fucili come tutti gli altri…peccato, un’occasione sprecata per un possibile futuro film sul Nova umano.
Ma veniamo alla conclusione del pezzo e alla parte che più volevo scrivere: quella sulle gemme dell’infinito. In questo ultimo film, infatti, per la prima volta viene fatto questo nome dal Collezionista (che ne dovrebbe possedere già una a rigor di logica). La prima gemma dell’infinito che abbiamo visto nei film, infatti, è il Tesseract nel primo Captain America, mentre in Thor 2 vediamo l’Aether. Qui ci viene presentata la terza gemma: l’Orb. Nei fumetti le gemme dell’infinito sono sei, ognuna corrispondente a un particolare potere e associata a un colore: potere, spazio, tempo, mente, anima e realtà. Nel MCU i colori delle gemme vengono un po’ sconvolti, ma i poteri no. Il Tesseract blu, infatti, corrisponde alla gemma viola dello spazio, che da il potere di teletrasportarsi ovunque o aprire portali dimensionali.
L’Aether rosso, invece, corrisponde alla gemma gialla della realtà, il cui potere è quello di controllare la realtà con tutte le sue leggi, si può quindi cambiare la fisica o riportare in vita i morti, o ancora far scomparire una persona facendo in modo che non sia mai esistita. L’Orb, infine, corrisponde alla gemma rossa del potere, che appunto conferisce al possessore una potenza illimitata. Mancano quindi all’appello ancora sei gemme dell’infinito, nonostante ci sia un’ipotesi secondo cui la gemma blu della mente corrisponda al gioiello incastonato sullo scettro di Loki in The Avengers, ora in mano di Wolfgang von Strucker, come visto nella scena extra del secondo Captain America. Staremo a vedere quando ci verranno presentate le altre gemme e la battaglia che ne seguirà con Thanos, che in molti ipotizzano possano avvenire in due tranche su Avengers 3 e 4, con un crossover anche dei Guardiani della Galassia, che comunque torneranno al cinema nel 2017.Finalmente ho finito la mia dissertazione sul film…non ce la facevo più neanche io. Ho dimenticato di commentare la scena extra, ma tanto Howard il papero lo conosciamo tutti e sì, è uno dei personaggi della Marvel, ma no, non ci faranno un altro film sopra. Nell’attesa di arrivare all’anno prossimo per vedere The Avengers 2 vi lascio con il nuovo trailer del crossover Marvel diretto da Joss Whedon.