Q uando ho cominciato a sentir parlare de I Guardiani della Galassia il mio pensiero è corso subito a He-Man e i Signori dell’Universo che è stato un must generazionale per molti ragazzini nei tardi anni 80 e nei primi 90: non me ne vogliano gli appassionati del mondo Marvel ma non avevo mai sentito parlare di questi Guardiani ne visto alcun numero del fumetto. Da qui l’associazione.
Confesso anche che il trailer non mi aveva convinto ad andarlo a vedere. Troppe volte un titolo Marvel mi ha attirato al cinema e troppe volte mi sono trovato di fronte a un film che magari è stato piacevole da vedere ma che non mi ha lasciato nulla, vedere ad esempio i vari Thor, Iron Man (che si salva solo per i brani degli AC/DC inseriti nella soundtrack) e compagnia bella: film strapompati solo per i soldi che ci hanno speso e per il cast ingaggiato ma che alla fine della fiera sono storielline da cartone animato che nel complesso tolgono al fumetto più che aggiungere.
Spronato dal fido Soncox e dopo aver letto la recensione dall’amico Marco di Pensieri Cannibali ho deciso di andare a vedere questo I Guardiani della Galassia da molti considerato come il migliore tra i film Marvel.
La mia prima impressione richiamava altri film che con Marvel avevano poco a che fare: nelle prime scene mi sembrava quasi di rivivere un classico della mia infanzia, quel Navigator di Randal Kleiser che avrò visto decine di volte e rivedrei altre decine di volte. Poi però la solfa cambia sostanzialmente e quando ti aspetti di finire in un film Marvel con personaggi strafighi, fortissimi e dalla lingua affilata (ricordate l’inizio di The Avengers con Vedova Nera aka Scarlett Johansson??) invece il film vira verso lidi più piacevoli e ti ritrovi a sorridere e molto spesso a ridere di gusto alle battute dei protagonisti del film.
In questa pellicola non abbiamo un Tony Stark sagace e misogino e nemmeno un Dio nordico a cui prudono costantemente le mani ma una improponibile squadra di eroi per caso che:
1) non sono amici per la pelle
2) stanno insieme per interessi personali
3) non se la tirano con pallosi spiegoni su poteri e responsabilità
E, quasi scordavo, hanno tutti più o meno un passato travagliato ma non ci ammorbano con i loro patemi d’animo.
Insomma ci si diverte e quasi passano inosservate le imperfezioni del film che ci sono eccome ma non inficiano il procedere della trama.
La caratterizzazione di questi eroi è perfetta. Il protagonista, Peter Quill aka Star Lord, è un ladruncolo donnaiolo che girovaga per lo spazio alla ricerca di oggetti da rivendere al migliore offerente; dotato di un arsenale di gadget tecnologici risulta inafferabile quanto assolutamente cazzone nei modi di fare. In qualche modo che non sto qui a spoilerarvi, a lui si aggiungono l’assassina Gamora, il procione antropomorfo Rocket e il legnoso amico Groot e infine anche il manesco Drax. Gamora è il personaggio femminile del gruppo, è spietata e decisa e difficilmente cede alle lusinghe di Quill; Groot è un albero umanoide che ha un vocabolario ristretto a tre parole (Io sono Groot, citazione dal film) che ripete con varie tonalità; a lui si accompagna Rocket, un procione dal carattere irascibile, esperto di meccanica e di armi che rappresenta il personaggio incontrollabile del gruppo; infine viene Drax, un omaccione nerboruto con tatuaggi (o simili) di vario gusto su tutto il busto che parla in maniera forbita e non conosce le metafore.
La forza del film sta nella semplicità con cui la trama incede, senza forzature o invenzioni strane. I nostri eroi si trovano praticamente coinvolti nella battaglia per salvare la galassia per puro caso, mentre erano in altri affari affaccendati. Una volta dentro alla giostra si danno da fare per salvare la pellaccia loro e di tutti gli abitanti del cosmo dalle mire distruttive di un nemico che non avrà il più originale dei piani (tutti i cattivi di tutte le storie vogliono distruggere l’universo, Dragonball docet) ma che sicuramente è uno dei personaggi negativi che evolve meglio nel mondo dei cattivi Marvel. Questo perchè Joker appartiene alla DC Comics e Loki alla fine si fa fregare dal manipolatore di turno.
Ronan l’accusatore è un nemico veramente reso bene sia dal punto di vista visivo che interpretativo. E’ funzionale alla storia e rappresenta il lato meno controllato e più istintivo della malvagità. Ne veste i panni Lee Pace, un attore poliedrico che conosco sia dai tempi di una divertente serie TV intitolata Pushing Daisies, un prodotto originale e molto carino che purtroppo è stato accantonato anni fa. Recentemente potete vedere Lee nei panni di re Thranduil, ovvero il padre di Legolas, nella trilogia de Lo Hobbit di Peter Jackson. Ovviamente dietro Ronan c’è un cattivone ancora peggiore che è legato a Gamora e a sua sorella Nebula, altra assassina che a differenza della nostra eroina, che ha la pelle verde acido, ha un incarnato blu cobalto. Differenze cromatiche a parte, le sorelline sono pericolosissime.
Dieci e lode alla colonna sonora composta da brani classici del pop targato anni 80 con una splendida Moonage Daydream del maestro David Bowie contenuta originariamente in un album il cui titolo è tutto un programma: The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spider From Mars. Come si fa a fare un film ambientato nello spazio e non pensare a Ziggy Stardust?? Capito signor Nolan?
E veniamo a James Gunn, regista di questo film. Lo conoscevo già, avevo visto il suo primo film Tromeo e Juliet, una rivisitazione in chiave punk splatter della celebre opera di Shakespeare improponibile come una coperta di lana il 15 di agosto; poi l’avevo perso un pò di vista fino all’horror Slither, anche quello al limite tra la schifezza e la monnezza. Infine, prima di silurarlo, avevo visto Super che gli aveva fatto guadagnare qualche punto deciso e adesso I Guardiani della Galassia. Siccome non c’è due senza tre, aspetto il prossimo film per decidere.
Siccome I Guardiani della Galassia è un film Marvel allora è ovvio che sia pieno zeppo di riferimenti al mondo Marvel. C’è Stan Lee che fa la sua apparizione flash e ci sono richiami a tutta la cosmogonia del marchio come la presenza fugace del tesseract e dell’aether già visti in Thor, non mancano un elfo oscuro (sempre già visto in Thor) e un chitauro (The Avengers) e, come ogni marvellata che si rispetti, c’è la scena dopo i titoli di coda con – udite, udite – Howard il papero spaziale, altro film di cui ho consumato il vhs quando avevo poco più di dieci anni e che rivedrei al volo anche se non è che sia uno dei film più belli di sempre!!
Tirando le somme, I Guardiani della Galassia mi ha convinto per una costante che dura per tutto il film: i personaggi non si prendono mai troppo sul serio. Le battute non servono ad alleggerire le scene cruente e non servono per giustificare il carattere dei personaggi ma piuttosto aggiungono quel pizzico di leggerezza che ti permette di digerire le classiche soluzioni dei film fumettosi come il buonismo, la teoria del sacrificio e le scene più spiccatamente action senza sbadigliare e guardare l’orologio ogni 5 minuti nell’attesa, ahimè sempre vana, che il cattivo di turno faccia fuori quel carciofo del protagonista. Non mi smentisco se dico che anche in questo film i nemici mi sono piaciuti assai ma stavolta gli eroi mi hanno convinto di più.
Non credo, infine, che questo film sia il miglior film Marvel perchè la categoria film Marvel non esiste e prego gli dei del cinema che non esista mai. Semmai, qui lo dico e qui lo ribadisco, I Guardiani della Galassia è un film costruito molto bene che riesce a presentare il meglio che il mondo Marvel può proporre (se c’è) in modo semplice e leggero.
Adesso quando sento parlare di guardiani, signori e galassie al tormentone “Per il potere di Grayskull…” si aggiunge “Io sono Groot..”