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I leader del G7 a Bruxelles, il 5 giugno 2014. (Geert Vanden Wijngaert, Ap/Lapresse)
I paesi riuniti al G7 hanno minacciato nuove sanzioni contro la Russia per l’annessione della Crimea e per aver alimentato la crisi nell’est dell’Ucraina. I leader politici, riunitisi a Bruxelles il 4 e 5 giugno, hanno criticato Mosca per le sue “continue violazioni” della sovranità ucraina.
I capi di stato riuniti al G7 hanno anche chiesto alla Russia di riconoscere i risultati delle elezioni Ucraine, di completare il ritiro delle sue truppe dal confine orientale con l’Ucraina e di interrompere le forniture di armi ai separatisti filorussi.
Quello di Bruxelles è stato il primo G7 senza la Russia, espulsa dal gruppo proprio in seguito alla crisi in Ucraina. Alla riunione, che per la prima volta si è svolta nella capitale belga, hanno partecipato Barack Obama (Stati Uniti), Stephen Harper (Canada), Matteo Renzi (Italia), Shinzō Abe (Giappone), Angela Merkel (Germania), François Hollande (Francia) e David Cameron (Regno Unito). Ospiti del vertice anche Herman Van Rompuy, presidente del consiglio europeo, e José Manuel Barroso, presidente della commissione europea.
Anche se non era presente a Bruxelles, Vladimir Putin terrà dei colloqui individuali con gli altri leader del G7, tranne Obama, a Parigi dopo la fine del vertice. L’incontro con il presidente statunitense invece dovrebbe avvenire il 6 giugno, in occasione di una cerimonia per l’anniversario dello sbarco in Normandia.
“Siamo uniti nel condannare la Russia per la continua violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, hanno scritto i leader in un comunicato congiunto pubblicato alla fine del vertice. Il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha commentato così il comunicato: “Il cosiddetto G7..cinismo senza limiti”.
Il 4 giugno, durante una visita diplomatica a Varsavia, in Polonia, Barack Obama aveva già condannato “l’aggressione” di Mosca nei confronti dell’Ucraina.
La crisi continua. Nel frattempo in Ucraina i separatisti filorussi hanno preso il controllo di due basi nella regione di Luhansk, nell’est del paese, dopo un combattimento con l’esercito ucraino. Gli scontri continuano anche nelle città di Sloviansk e Krasnyi Lyman. Entro il 6 giugno il governo ucraino dovrebbe decidere se introdurre oppure no la legge marziale nell’est del paese.
Fonte: Internazionale
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