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I libri che ci piacciono: betibu’ di claudia pineiro

Creato il 12 febbraio 2012 da Vivianamusumeciblog @VivianaMusumeci

I LIBRI CHE CI PIACCIONO: BETIBU’ DI CLAUDIA PINEIRO

Dopo il successo mondiale di Tua, è uscito nelle librerie italiane, edito da Feltrinelli, Betibù, ultimo libro della scrittrice argentina Claudia Pineiro.

Ci troviamo immersi in una storia non specificamente “gialla”, in quanto gli ingredienti fondamentali del genere sono di fatto strumenti narrativi funzionali per raccontare dell’altro.

Presentiamo i personaggi: Nurit Iscar, detta Betibù per la somiglianza con Betty Boop, scrittrice di gialli in crisi creativa, che viene mandata sul luogo del delitto dal direttore di un quotidiano, con cui ha avuto una relazione, per scriverne la cronaca romanzata; Jaime Brena, decano della redazione, e principe della cronaca nera, ormai relegato dal direttore di cui sopra solo a scrivere insulsi articoli di costume; il nuovo giovane redattore di nera, che di fatto ha tolto il posto a Brena, molto abile con  Internet, ma  con scarsa esperienza maturata sul campo.

Questa anomala squadra viene catapultata all’interno di un esclusivo country club, La Maravillosa, dove la comunità privilegiata dei residenti è stata scossa dal ritrovamento di un cadavere: Pedro Chazarreta giace morto nella propria villa, con la gola tagliata e un coltello in mano: è un caso di suicidio?

In realtà le indagini dei “nostri” dimostrerà che si è trattato di un omicidio, che addirittura si inserisce in una serie di delitti a catena, scatenati da un crimine abominevole radicato nel passato, con un colpo di scena finale che si presenta come un passaggio ambiguo, anche perchè, ed è questo uno dei messaggi più importanti lanciati dall’autrice, è sempre di fatto ambigua la definizione del concetto di verità e del concetto di colpa.

Non aggiungiamo altro, se non che ci troviamo di fronte ad un bellissimo libro, a tratti ironico, anche esilarante, ma intriso pure di riflessioni molto serie sul crimine, sulla responsabilità etica dei giornalisti, sui rapporti tra i media e il potere.

Un unico difetto: finisce troppo in fretta.

B.C.


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