
Poi nel 2010 De Waal ha scritto un libro, The Hare with Amber Eyes: A Hidden Inheritance (da noi tradotto con il titolo di 'Un'eredità di avorio e ambra') che nel giro di poco tempo è diventato un caso letterario (superando le 200.000 copie in soli otto mesi) oltre ad incrementare non poco l’influsso al museo di visitatori venuti per vendere la sua installazione (e i suoi netsuke, che non sono al museo ma a casa sua). Stanca di fare la figura dell’ignorante davanti ad orde di signore adoranti (‘Ma come lei lavora qui e NON ha letto il LIBRO??’ e via di seguito), mi sono decisa. E davvero quello di De Waal è un libro magico, atmosferico, quasi tattile, in cui l'artista applica alla ricerca della parola singola la stessa attenzione messa nelle sue meravigliose ceramiche.

La storia è semplice: una collezione di 264 netsuke giapponesi in legno e avorio. In questo consiste l’eredità lasciata al nostro ceramista inglese dal prozio Iggie. Quest'ultimo appartenente al ramo austriaco della famiglia e scappato in America per sfuggire ad un destino che lo voleva banchiere, si trasferisce a Tokio dopo alla fine della Seconda Guerra Mondiale e qui rimanei fino alla fine della sua vita. Da Odessa alla Parigi di Proust, Zola e degli impressionisti alla Vienna d'inizio secolo occupata dai nazisti, da Tokio all'Inghilterra, Edmund De Wall traccia il viaggio dei netsuke attraverso tre generazioni della famiglia Ephrussi, banchieri ebrei ricchi e famosi quanto i Rothschild. La sua straordinaria famiglia. Da leggere subito (se non l'avete gia' fatto)...