Lo scorso novembre il WWF aveva commissionato simili analisi, e 19 libri su 51 contenevano fibre di legni duri tropicali, tipici delle foreste pluviali. Insomma, la percentuale sembra crescere invece che diminuire. "Molte case editrici si sono già impegnate a ridurre il proprio impatto ambientale. Non credo che i bambini e i loro genitori debbano essere messi di fronte alla scelta se rinunciare ai libri o alle foreste - spiega Lafcadio Cortesi, di RAN - Ci sono alternative praticabili alla distruzione delle ultime foreste pluviali . L'editoria non dovrebbe tollerare un solo libro stampato su carta proveniente dalla distruzione della foresta pluviale, dall'estinzione delle specie e dai cambiamenti climatici".
La ricerca desta preoccupazioni anche per il mercato italiano dove centinaia di titoli per bambini vengono stampati in Cina, Malesia o Thailandia. Il nostro Paese è uno dei primi importatori europei di carta dall’Indonesia. Lo scorso 10 maggio in Piazza Venezia è stato affisso un gigantesco striscione che imitava la pubblicità della Pigna: "compra la carta e distruggi le foreste secolari". La beffa è ispirata al rapporto "Le Tigri di Carta", pubblicato da Terra!, che denuncia come anche la cartiera italiana acquisti carta e prodotti lavorati dal colosso cartario asiatico Asia Pulp and Paper (APP). Pigna ha smentito e minacciato querele e citazioni per danni, ma senza fornire dati ulteriori.
Il degrado e la distruzione delle foreste pluviali tropicali è responsabile di quindici per cento delle emissioni globali di gas serra. Le emissioni di carbonio derivanti dalla rapida deforestazione in Indonesia rasentano il cinque per cento delle emissioni globali, a causa della distruzione delle foreste torbiere. Questo paese è divenuto così il terzo emettitore di gas serra a livello mondiale, dopo Stati Uniti e Cina.