Quando mi imbatto in opere come queste - sintesi di libera e curiosa immaginazione da una parte e di abilità meticolosa (per non dire maniacale) dall'altra - penso davvero che se permettiamo all'ignoranza, alla mediocrità e all'apatia di prendere il sopravvento saremo perduti nelle nostre potenzialità umane e nel piacere della contemplazione della bellezza.
Brian Dettmer 'scolpisce' vecchi libri, lasciando emergere forme, significati, contenuti e testimonianze che rielabora proponendo nuovi viaggi visivi e verbali allo spettatore. Non vi dà un profondo piacere la contemplazione della sua opera?
A me, in particolare, ha soprattutto trasmesso in un istante un intensissimo desiderio di tattilità. Rispetto al quale vi rimando a questo post dei Ladri, che rende perfettamente l'idea di ciò che sto provando al momento...