Considerazioni a margine della nuova ristampa di Filth degli Swans.
In principio
Prendete quei denti impressi in leggero bassorilievo sulla copertina, che digrignano e sembrano farsi troppo vicini alle nostre carni, e quella musica sanguigna, pensate anche all’intestazione di questo articolo, mutuata da una dichiarazione dello stesso Gira, e accostateli ai concetti di aggressività e reazione. Filth è tutto questo e molto di più, un disco che a distanza di anni non ha perso un’oncia della sua “pericolosità” e della sua ferocia espositiva, anzi, visti i tempi che stiamo vivendo, cosi tumultuosi e pieni di contraddizioni, un album come questo può sicuramente avere un oggettivo effetto catartico sulla mente di chi lo ascolta/vive. Il ricordo di qualcosa che stai per perdere all’improvviso ti assale e non ti abbandona più – assieme a quel senso di inesorabilità che solo la voce di Michael Gira ha saputo rendere cosi “fisico” – rimane testimonianza forte di un dolore sempre palpabile, utile a farci sentire parte integrante, nel bene e nel male, di una società dove vige una profonda voglia di “controllo” che, anche nostro malgrado, tiene a bada le pulsioni meno gestibili dell’animo umano. Filth, quindi, è anche un album “politico”, perché no? Oltre che esempio tra i migliori di un linguaggio musicale che si fa meticcio per necessità, dato che gli Swans nascono a New York, città-mondo che tutto fagocita e rende proprio. In quella stessa metropoli dove s’erano “allevati” personaggi/gruppi chiave, anche molto diversi tra loro, come i padri del “rumore” Glenn Branca (proprio la sua Neutral Records pubblica la prima versione del disco), Rhys Chatham e tutto il carrozzone No Wave, e poi gli Unsane (coi quali gli Swans condivideranno un batterista, Vincent Signorelli), gli Helmet, i Sonic Youth, e la scena hardcore capeggiata da Cro-Mags, Agnostic Front, Carnivore e compagnia. Cosa volevate che uscisse da quelle fogne ricoperte da tonnellate di cemento? Dicevamo del signor Gira (inquieto giramondo che proveniva dai misconosciuti Circus Mort) e dei suoi compagni di avventura a quei tempi: Norman Westberg (sodale anche di Foetus) alle chitarre, Harry Crosby al basso, Jonathan Kane e Roli Mosimann (quest’ultimo collaboratore/produttore per gli svizzeri Young God) alle batterie/percussioni, e la presenza fugace di Sonda Andersson alla voce (una sorta di Nico molto minore, ma solo per via di una vaga somiglianza fisica, che va a finire di striscio nei Live Skull di Thalia Zedek, poi nei Come). Altra storia sarà invece la lunga e fervida, ma anche problematica collaborazione con Jarboe, partita con “Greed”, e che coinciderà con un parziale cambio di indirizzo stilistico del gruppo, diciamo più riflessivo e legato ad una sorta di spiritualità di ritorno (specie in lavori come “The Burning World”, “Love Of Life” e “The Great Annihilator”), e poi la parentesi di Gira come The Angels Of Light, per tornare alla rinascita, parecchio feconda va detto, negli odierni e più che mai attivi Swans.
L’album
Wrong or right, it’s not right. Wrong or right, it’s wrong. Use your body to get satisfaction. Use your body to get satisfaction. Satisfy the dog. Satisfy the dog. Use your hands to build things. Use your hands to break things. Right or wrong, it’s not right. Right or wrong, it’s not right. Satisfy the dog. Satisfy the dog.
Right Wrong
Chiaro che quella voce, che sbraita a più non posso davanti a un microfono, è il vero valore aggiunto dell’album, ricordiamo che è il loro esordio “lungo” datato 1983 (l’anno prima c’era stato un ep omonimo, molto “wave” e con pennellate di oscuro funk, qui contenuto per intero, ed unica vera “novità” della ristampa), saturo di chitarre e ritmiche tribali, si ascoltino l’apertura senza compromessi di “Stay Here” o la notevole “Blackout”. Retaggi post-punk si avvertono poi in “Big Strong Boss”, come ad anticipare i Big Black, ma nell’atto di scimmiottare le classiche pose à la Joy Division (qualche anno dopo il gruppo rifarà proprio “Love Will Tear Us Apart”). Per rimanere in questa cerimonia del pestaggio, che ci porta alla parte più selvaggia dell’essere umano, ci sono le ritmiche possenti – che fanno davvero male – di “Right Wrong”, che sembra quasi stravolgere le celebri parole di Rolling Stones e The Stooges, mentre la più breve “Gang” è spossante nel suo stesso incedere pachidermico. Giusto poi evidenziare anche la costruzione formidabile ed ermetica dei testi sempre puntuti e spediti dritti al nocciolo delle questioni/ossessioni di Gira, che risultano essere una lotta impari con forme problematiche di amore e con la vita urbana. Oltre a questo elemento, come non dare la giusta importanza al fatto che senza di loro i vari Neurosis, Godflesh – e parte del catalogo Earache – non avrebbero quasi potuto esistere, ma le conseguenze di questo disco, e del particolare suono contenuto, si sentono ancora oggi e in luoghi imprevedibili, basti notare per esempio l’uso della batteria che fa Ben Frost nell’ultimo A U R O R A, non a caso c’è l’ospitata di Thor Harris, che milita nella formazione odierna della band di Cop, Children Of God e Soundtrack For The Blind. Per completare/gonfiare a dismisura l’opera, ci sono infine i venti minuti e passa di una data newyorkese, il “Live At The Kitchen…”, ed un altro paio di piuttosto grezze riprese sempre dal vivo, utili a farci capire, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto sudore, e dolore, sia passato attraverso i corpi e gli strumenti di questi uomini, e garantiamo che un principio di emicrania è dietro l’angolo.
Postilla
Chiaro che non c’era affatto bisogno di questa ristampa, che poco aggiunge a quanto già ascoltato, a parte un artwork più ricco e la necessaria opera di remastering. Resta comunque sempre buona come pretesto per riprendere tra le mani un disco che ha segnato le vite di molti appassionati. Quindi tenetevi pure strette le vostre copie, logorate di sicuro dal tempo che scorre inesorabile.
Tracklist
Cd1 – Filth
01. Stay Here
02. Big Strong Boss
03. Blackout
04. Power For Power
05. Freak
06. Right Wrong
07. Thank You
08. Weakling
09. Gang
10. Live At The Kitchen NYC 1982/83
Cd 2 – Body To Body
01. I’ll Cry For You
02. Red Sheet
03. Loop 33
04. Your Game
05. Seal It Over
06. Whore
07. We’ll Hang For That
08. Half Life
09. Loop 21
10. Get Out
11. Job
12. Loop 1
13. Mother, My Body Disgusts Me
14. Cop
15. Only I Can Hear, Only I Can Touch
16. Thug
17. Raping A Slave (Live Berlin 1984)
Cd 3
E.P. #1 Plus Live Recordings
01. Laugh
02. Speak
03. Take Advantage
04. Sensitive Skin
Live At CBGB NYC 1982/83
01. Living Arms
02. Howling Red Sheet
03. Big Strong Boss
04. Clay Man
05. We’ll Hang For That
Live At Heaven London 1984
01. This Is Mine
02. Why Hide
03. I Crawled
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